(Foto tratta da Wired)
In questo tempo di Covid, dove il contatto è diventato un lusso, il virtuale, soprattutto fra i giovani e gli adolescenti, è ormai una consuetudine che sta rendendo meno difficile questa quarantena. I social sono saturi di dirette e post dove i ragazzi, con un sorriso, condividono le proprie insicurezze e cercano di affrontare con ottimismo il futuro: c’è chi prova ricette, chi insegna come truccarsi con la mascherina, chi propone giochi con i propri animali domestici, chi consiglia una serie Tv, senza mai distogliere il pensiero dal maledetto virus. Di certo, un ragazzo in una situazione di normalità esce, vede gli amici, tende a socializzare tramite il contatto, tutte cose che ora sono improvvisamente venute a mancare e che si cercano di compensare con video-chiamate, telefonate e dirette con più followers. In famiglia si parla di divieti, di regole da rispettare, del corona-virus, ma fra di loro, si chiacchiera delle future passeggiate, della voglia di evadere, anche se il timore di uscire c’è ed è tanto. Secondo un’indagine online condotta dal 9 al 20 marzo dal Laboratorio Adolescenza, i giovani stanno reggendo questa situazione molto meglio di quanto ci si aspettasse, dando prova di maturità: i più responsabili sono gli studenti delle scuole medie e gli over 19. Le persone care che mancano (oltre ovviamente agli amici), sono i nonni, a dimostrazione del fatto che la famiglia resta il fulcro emotivo principale. E non dimentichiamo i giovani volontari della Croce Bianca, coinvolti emotivamente in situazioni più grandi di loro, che si sono messi al servizio della comunità aiutando malati e anziani, ma anche chi nel suo piccolo cerca di fare qualcosa e cuce gratuitamente per esempio, mascherine agli altri. Oggi più che mai, la frase “Nessuno si salva da solo” – che è anche un titolo del libro di Margaret Mazzantini- è una realtà che i giovani hanno compreso appieno attraverso la solidarietà: un applauso a questa gioventù, bruciata sì, ma solo dalle calorie!
