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Erano gli anni tra la fine dell’800 e gli inizi del 900, e sulle sponde del Mississippi nascevano le prime
canzoni Blues. Grazie a un manipolo di improvvisati cantautori che, per due dollari e una bottiglia di
whiskey ,cantavano il dolore e la speranza.
Canzoni malinconiche nate dall’autoritarismo vessatorio degli uomini bianchi e dallo schiocco delle loro
frustate. Con gli anni nasceva sempre di più l’esigenza di salvaguardare il genere. E’ bastata l’intuizione
di alcuni appassionati che, con pochi mezzi e pochi soldi, hanno dato vita alle prime produzioni
discografiche. Oggi una industria facoltosa, con grandi major sempre pronte ad accaparrarsi la giusta
situazione. Piaccia o non piaccia è così. Dall’America e dal Regno Unito sono arrivati sulla scena grandi
musicisti, alcuni diventati della vere leggende .In Italia non siamo rimasti a guardare ,ci è bastato
ascoltare .Così a piccoli passi siamo cresciuti e a fatica conquistati il nostro spazio. Il Blues fatto in Italia
c’è!!! Vantiamo artisti e sideman rispettati in tutto il Mondo. Fabrizio Poggi è uno di questi .Lo racconta la
sua storia, lo trasmette la sua armonica ,lo conferma la sua musica. Il suo ultimo album Basement Blues
è l’esaltazione del suo lungo lavoro. Un monumento che rappresenta il suo passato, il presente e il suo
domani. Attingendo dai suoi preziosi archivi ,Fabrizio è riuscito a dare un senso al progetto e continuità
con i lavori precedenti .Ne ho parlato con lui ultimamente,
durante il corso di una intervista radiofonica. In For You del 2020 e Hope del 2021 bellezza ed eleganza
si erano apertamente palesate, la raggiunta e meritata maturità artistica ha fatto il
resto.Daltronde, venticinque album rappresentano una discografia di tutto rispetto. Basement Blues
custodisce e protegge tutto questo .Nell’album sono presenti brani originali, scritti da Poggi direttamente
e cover di Willie Dixon,Guy Davis,Blind Willie Johnson e Rosetta Tharpe. Da ricordare la presenza del
mitico
Ronnie Earl e del grande chitarrista italiano Enrico Polverari. Questo non è un The Best o un Greatest
Hits, che gli addetti ai lavori, spesso disattenti, considerano come la pietra tombale di un musicista. E’
successo, perché no ,ma non è questo il caso. Basement Blues è un gran bel disco che emana nuova
freschezza, vitalità e speranza per il futuro. Perché il blues ti accompagna sempre ,mantenendo viva
l’attenzione verso l’individuo con le sue sofferenze e la forte ricerca della libertà. Henry Ford
diceva: Abbiamo bisogno di persone brave, non solo di brave persone.
Gianfranco Piria per Co-Municare
Scritto da: Marco Naponiello
today21 Aprile 2025 62 7
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