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Il movimento che cura: come l’attività fisica protegge gli adolescenti dalla depressione. Di Chiara Vergani

today9 Maggio 2025

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Il movimento che cura: come l’attività fisica protegge gli adolescenti dalla depressione. Di Chiara Vergani

Un recente studio condotto dalla professoressa Silje Steinsbekk dell’Università norvegese di scienza e tecnologia (NTNU) getta nuova luce su un tema cruciale per il benessere dei più giovani: il legame tra esercizio fisico e salute mentale. I risultati sono chiari e incoraggianti: più i ragazzi si muovono, meno rischiano di sviluppare sintomi depressivi. La ricerca si inserisce nell’ambito dello studio longitudinale “Trondheim Early Secure Study” (TESS), che dal 2007 segue lo sviluppo di oltre 1.200 bambini nati nei primi anni Duemila. Questo studio di ampio respiro consente ai ricercatori di osservare l’evoluzione dei comportamenti e della salute mentale lungo tutto il percorso della crescita, dall’infanzia all’adolescenza. La prof.ssa Steinsbekk e il suo team si sono concentrati sull’impatto dell’attività fisica nel delicato periodo dell’adolescenza, un’età spesso segnata da cambiamenti profondi, pressioni sociali e vulnerabilità emotiva. Attraverso strumenti scientifici rigorosi, hanno rilevato che i ragazzi che praticano regolarmente attività fisica, anche moderata, mostrano meno sintomi legati alla depressione rispetto ai coetanei sedentari. Il dato più interessante è che l’effetto positivo si manifesta nel tempo: essere attivi oggi protegge la salute mentale di domani. Non si parla necessariamente di sport agonistico o di sforzi intensi: anche camminare, andare in bicicletta, giocare all’aperto o fare ginnastica possono contribuire a migliorare l’umore, ridurre l’ansia e rafforzare la fiducia in sé stessi. Il movimento sembra agire sia a livello biologico, favorendo la produzione di endorfine, sul piano psicologico e sociale, aiutando a creare relazioni e a gestire meglio lo stress. Tale studio invita genitori, insegnanti e decisori politici a riflettere sull’importanza di garantire ai giovani spazi, tempo e stimoli per muoversi di più. In un’epoca in cui molte attività si svolgono davanti a uno schermo, riportare il corpo al centro può essere una scelta semplice, quanto profondamente trasformativa.

Scritto da: Marco Naponiello

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