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di Anna Ferry-Ferrentino
Negli ultimi anni, l’avanzamento tecnologico nel mondo dell’educazione scolastica ha avuto un’ enorme evoluzione. Il libro cartaceo prende forma e diventa virtuale grazie a notevoli aziende che sono state capaci di grandi rivoluzioni. zSpace è una di queste aziende, conosciuta per i suoi sviluppi nell’interazione uomo-macchina. Nata a San Jose in California negli Stati Uniti, nel 2007, produce tecnologie di realtà aumentata e realtà virtuale. I suoi prodotti, in effetti, permettono alle persone di interagire con oggetti simulati in un ambiente virtuale come se fosse reale. Lo afferma anche l’attuale amministratore delegato e Presidente dell’azienda, Paul Kellenberger: “l’esclusiva AR/VR technology di zSpace trasforma il mondo dell’istruzione con il coinvolgimento degli studenti e migliorando i loro risultati di apprendimento”.
In Italia, invece, abbiamo un’altra realtà preziosa che è l’ABCD Edutainment, guidata dal CEO Nicola D’Ambrosio. Essa svolge un ruolo chiave nel panorama educativo; si impegna a trasformare le metodologie didattiche, offrendo soluzioni tecnologiche all’avanguardia per le scuole. Questo aspetto ha consentito ad ABCD Edutainment di essere il Distributore Unico di zSpace. Una partnership strategica, che ha permesso di portare le più recenti innovazioni nel mondo dell’istruzione.
L’integrazione di zSpace con il supporto dell’ABCD nel contesto scolastico ha dimostrato una complicità perfetta che consente agli studenti di avere un impatto significativo sul loro apprendimento. Una fusione che comporta un aumento della partecipazione degli studenti, una maggiore efficacia nella comprensione delle materie e lo sviluppo di nuove competenze.
Abbiamo chiesto a Nicola D’Ambrosio di fornirci qualche dettaglio specifico di questa fusione.
Nicola D’Ambrosio, Lei che ha avuto modo di vivere questi prodotti di zSpace, realmente essi permettono agli studenti di interagire con oggetti simulati in un ambiente virtuale, come se fosse reale?
zSpace è una tecnologia che fonde elementi di realtà aumentata e virtuale per creare un’esperienza immersiva. Permette agli utenti di interagire con oggetti digitali in uno spazio tridimensionale, manipolandoli e osservandoli da diverse angolazioni. Questo approccio offre un’interazione più naturale e intuitiva rispetto ai tradizionali metodi di apprendimento, in cui gli studenti spesso si affidano a immagini statiche o modelli bidimensionali.
Come viene applicata questa realtà nel mondo scolastico?
Nel contesto educativo, questa tecnologia viene utilizzata per migliorare l’apprendimento in diverse materie. Consente agli studenti di esplorare concetti astratti in modo concreto, visualizzando strutture complesse e poi partecipare attivamente al processo di apprendimento, ad esempio di un motore. Questo consente di migliorare la comprensione e favorire lo sviluppo di competenze pratiche.
D’Ambrosio, cosa consiglia ai giovani che vogliono immergersi in questo mondo e farne una professione?
Per i giovani interessati a questo campo, è fondamentale acquisire una solida base nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Allo stesso tempo, è importante coltivare la creatività, il pensiero critico e la capacità di risolvere problemi. La capacità di collaborare e comunicare efficacemente è altrettanto cruciale, poiché lo sviluppo di queste tecnologie è spesso un processo collaborativo. Infine, rimanere sempre curiosi e aperti alle nuove scoperte, questo aspetto è essenziale in un settore in continua evoluzione.
Foto di AF – F
Scritto da: Martina Farina
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