Zone economiche ambientali, passa l’ordine del giorno proposto dall’onorevole Bicchielli
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Zone economiche ambientali, passa l’ordine del giorno proposto dall’onorevole Bicchielli

Importante passo avanti per le Zone Economiche Ambientali che passano attraverso un ordine del giorno proposto dal vice presidente di Noi Moderati Pino Bicchielli e sostenuto dalla maggioranza di governo che si impegna così a lavorare per le Zes. Il deputato salernitano ha infatti chiesto, e ottenuto, di assumere, “compatibilmente con i vincoli di bilancio e di finanza pubblica, nel rispetto della normativa eurounitaria, ogni opportuna iniziativa finalizzata a coordinare la disciplina in materia di Zes unica con le semplificazioni e le agevolazioni previste in relazione alle zone economiche ambientali (Zea) istituite nelle regioni del Mezzogiorno”. Una richiesta arrivata dal segretario dell’Osservatorio dell’Arco Latino Domenico Nicoletti che ha più volte ribadito la necessità di puntare sulla fiscalità di vantaggio nelle aree protette. “Le Zone economiche speciali per il mezzogiorno rappresentano anche il compimento di quella parte della legge quadro n.394/91 che all’art.7 in termini di priorità individua nei singoli cittadini, e soprattutto per le giovani imprese green, ed in generale per la green economy del mezzogiorno, la valorizzazione delle biodiversità e dell’ambiente – ha spiegato l’onorevole Bicchielli- Le modifiche agli articoli 9 e 41 della nostra Carta Costituzionale prevedono l’obbligo della Repubblica di tutelare l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, in un’ottica di giustizia anche verso le future generazioni, che rappresentano “una bussola molto importante nel percorso verso la transizione ecologica”, determinando “una maggiore integrazione tra dimensione ecologica e dimensione economica e sociale”.
Nel dettaglio, le Zone Economiche Ambientali (ZEA) corrispondono ai parchi nazionali e prevedono agevolazioni e vantaggi fiscali per i comuni ricadenti nelle aree del parco e per chi volesse aprire al loro interno attività imprenditoriali, chiaramente ecosostenibili e la strategia nazionale per la Biodiversità 2030 prevede di proseguire “il finanziamento delle Zone Economiche Ambientali, coincidenti con Parchi Nazionali”, da ampliare ai parchi regionali in un modello centralizzato, promuovendo provvedimenti normativi che prevedono agevolazioni e vantaggi fiscali per le attività imprenditoriali ecosostenibili operanti nelle medesime aree.
Il cd Decreto Ristori aveva istituito un fondo presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, per il riconoscimento di un contributo straordinario alle attività economiche operanti nelle ZEA, che svolgano attività economiche eco-compatibili.
Nel mezzogiorno si contano sette parchi nazionali, di cui solamente quattro sono dotati del piano del Parco (Alta Murgia, Aspromonte, Cilento e Vesuvio che coinvolgono 143 Comuni).
“Un altro grande passo in avanti nell’attuazione dell’art. 7 della Legge 394/91, dopo le Zone Economiche Ambientali, la combinazione ZEA/ZES completerebbe il quadro della fiscalità di vantaggio per il sostegno, la semplificazione e l’insediamento delle imprese nei Parchi Nazionali per i quali mi sono sempre battuto per contenere spopolamento e abbandono nelle aree rappresentative della ricchezza italiana, ed in particolare di quelle del mezzogiorno”, ha dichiarato Domenico Nicoletti.

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