EBOLI. 2023: Che anno sarà?
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EBOLI. 2023: Che anno sarà?

ARTICOLI EDITATI NEL NUMERO DI FEBBRAIO DI INEBOLI

La crisi economica e le politiche sociali da attivare definitivamente, le grandi opere impattanti sul territorio, la questione sanitaria e l’ordine pubblico: un anno che si presenta di grandi sfide per la nostra comunità.

di Marco Naponiello

Sono molte le questioni in agenda per la città di Eboli nell’A.D. 2023: il Piano di Zona giunto oramai all’agognato traguardo, il quale nei prossimi mesi dovrà dare quelle acconce risposte alle tante famiglie in difficoltà, come parimenti del comprensorio. Difatti il nuovo consorzio sarà sicuramente parte integrante di quest’azione politica, per arginare quella crisi economica che ha colpito il ceto medio, ma specialmente ha inferto un corpo mortale a coloro che già prima del Covid e della guerra Russo-Ucraina erano in gravi ambasce finanziarie, parliamo delle famiglie monoreddito e dei pensionati. Del resto la congiuntura energetica sfavorevole sta mettendo in ginocchio molte imprese e tante partite IVA anche nel settore del terziario avanzato, esse in effetti faticano ad alzare la saracinesca e ad aprire gli studi ogni giorno, a testimonianza di una realtà economica e sociale che sta vivendo la peggiore stagflazione dal dopoguerra ad oggi. In definitiva Eboli nelle vesti di capofila del PdZ avrà un onore-oneroso da portare avanti.

 

Ma ci sono altre novità che negli ultimi tempi si sono palesate, almeno dal punto di vista burocratico, sul territorio dell’antica città di San Vito, sono le grandi opere pubblica: l’estensione dell’alta velocità di Reti Ferroviarie Italiane, la Bretella autostradale Anas tra Eboli e Agropoli ed infine la più vetusta questione, si fa cosi per dire, ossia l’opera di implementazione energetica voluta dalla società Terna, l’elettrodotto trans marino, che collegherà la penisola con le isole maggiori italiane. Ebbene il rischio è molto grande per il territorio: tra centinaia di espropri e abbattimenti di manufatti (condominiali e case singole), sventramento di aziende agricole e il concreto pericolo d’isolamento delle attività commerciali a ridosso dello svincolo autostradale storico e delle SS 18 le quali saranno tagliate fuori dalla famigerata bretella autostradale a scorrimento veloce ideata dall’ Anas. Poi aggiungiamo un altro pericolo potenziale: il dissesto idrogeologico per il nostro comprensorio che queste opere potranno “portare in dote”, invero la Piana del Sele sembra un paesaggio lunare vista dall’alto, a causa dei 5.000 ettari di Serre che riducono, in un frangente di cambiamenti climatici strutturali, abbondantemente il terreno su cui le acque piovane possono essere drenate. Inoltre va segnalato che alcuni analisti paventano anche un consistente inquinamento, sia acustico, di vibrazioni, da idrocarburi (per il massiccio passaggio di veicoli su ruote e rotaie), in aggiunta il diritto di essere onniscienti, ci mancherebbe, semplicemente registriamo delle generali preoccupazioni, dei dubbi angoscianti, da parte dei tanti residenti interessati. Ciliegina finale, l’ordine pubblico, oramai non passa giorno che non si legga sui quotidiani cartacei e digitali, episodi belluini di violenza alle persone ed al patrimonio, una città che sconta da diverso tempo un monitoraggio insufficiente cui si potranno fra qualche mese accavallare, la comprensibile disperazione degli espropriati, privati ex abrupto dei propri sacrifici, creando vieppiù maggiore allarme sociale e rabbia popolare. Pertanto giocoforza queste sfide vanno vinte assolutamente da Eboli e non solo, tramite un coordinamento di Area Vasta di cui siano attori principali tutti gli amministratori dei territori interessati, non soltanto il nostro; naturalmente sono degli “esami di maturità” codesti, che non possono essere assolutamente rimandati. In conclusione il 2023 sarà un anno da evidenziare, in negativo/positivo per la storia di Eboli come di conseguenza nelle vite degli ebolitani. Per non parlare del “grande malato”, l’Ospedale di Eboli che gravita costantemente tra il depotenziamento ed il miraggio dell’Ospedale Unico, intanto la Santità Pubblica locale viene a piè sospinto mortificata da “sfere superiori”, in una visione che oramai palesemente penalizza il Distretto del Sele. Il tutto senza tralasciare l’importanza del Piano Urbanistico Comunale e dell’ interlocuzione con i residenti dei vari quartieri, Urban Center, che si sta dipanando sul nostro ampio territorio cittadino In sostanza la nostra vuole essere una panoramica globale delle problematiche che investono l’anno in corso, senza addentrarci nelle specifiche caso per caso. Da parte nostra rilanciamo  un accorato auspicio, ovvero che si apra uno spiraglio perequativo, ove  di fatto le centinaia di famiglie ed imprese intaccate, possano ricevere dei ristori adeguati al danno sofferto; si progettava, come momento di rilancio economico, un hub ferroviario delle merci dedicato appunto alle imprese Agro-bufaline ed ortofrutticole della Piana del Sele, ma questa proposta è stata respinta da RFI per motivi tecnici. Adesso non resta altro che aspettare e farci tutti parte diligente, accantonando per un interesse superiore, quelle ataviche divisioni campanilistiche che nel III millennio non debbono trovare oltremodo alcun diritto di cittadinanza.

Quando i concittadini rovistano nella spazzatura:

Mai come adesso delle Politiche Sociali serie ed operanti sul territorio sono essenziali alla dignità umana e gli intollerabili ritardi burocratici alla costituzione del consorzio PdZ sono l’emblema di un’Italia che non vuol cambiare.

Fa tristezza vedere cittadini che furtivamente rovistano di sera con il favore delle tenebre i raccoglitori di abiti ed in molti casi, anche dopo i mercati alimentarii rimasugli di ortofrutta rimasti sul terreno. Questa è un’immagine agghiacciante della società attuale, non soltanto della nostra piccola città ma di tutto il mondo cosiddetto civilizzato. Inutile parlare ancora di crisi economica, questo lemma italico stigmatizzato nei dizionari, significa intrinsecamente un periodo di valenza transitoria, il quale oramai invece è diventato istituzionalizzato, uno status quo che umilia persone oneste ed invece il turbo capitalismo globale, agevola i “padroni del vapore”, con tutto il caravanserraglio di diseguaglianze, adiuvato dalle manchevolezze imputabili agli organi nazionali – comunitari preposti al controllo. Forse mai come ora un Sistema di organizzate Politiche Sociali implementate sul territorio nostrano, potranno come minimo, alleggerire il grave disagio che si fa ogni giorno più ampio; la gente è stanca di ascoltare: annunci, tavole rotonde, interlocuzioni, seminari e parlatoi vari, che non partoriscono se non il nulla, condensato in qualche stantia, ed amorfa nota stampa da propinare alla filiera mediatica, peraltro poco letta. Purtroppo niente si apporta di performante con tale sterile modalità alle problematiche esiziali in oggetto: facta non verba! Altrimenti rimarremo sempre nel solco delle tragicomiche “supercazzole” parafrasando  il cult movie “Amici miei”, ma che si declinano in una cinica volontà di far finta di cambiare qualcosa, affinché poi gattopardescamente il nulla cambi. La nostra newsletter non vuole entrare nelle beghe politiche, ma sicuramente si pone con orgoglio, al fianco dei cittadini in grave difficoltà quotidiana, e saremo sempre pronti con essi nel combattere delle battaglie di civiltà