EBOLI, COMMERCIO & VELENI AL TEMPO DEL VIRUS: L’ACCUSA DI GIOVANNI TOSCANO PROPRIETARIO DEL GULLIVER CAFÈ
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EBOLI, COMMERCIO & VELENI AL TEMPO DEL VIRUS: L’ACCUSA DI GIOVANNI TOSCANO PROPRIETARIO DEL GULLIVER CAFÈ

“Si fa bene a dire ciò che si pensa, ma si farebbe meglio a pensare prima a ciò che si dice!”
Detto popolare 

L’Italia oramai sta contando le vittime del coronavirus da diversi mesi a questa parte, segnatamente da fine febbraio u.s., parimenti ci sono altri tipi di vittime, non fisiche ma commerciali; difatti si registra un’economia che langue, perdendo  il 12% del PIL secondo i recenti dati Istat,e solo per il 2020, auspicando che si riprende parzialmente il prossimo anno.

In definitiva una pandemia economica, che sta trascinando in un abisso senza fondo tutta la tanto conclamata globalizzazione.

Ma senza allargarsi troppo in discussioni riguardanti i massimi sistemi, con il decreto numero 34 del 19  Maggio 2020, l’esecutivo nazionale ha varato un dispositivo speicifico: “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché’ di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”, avente nelle sue corde, la volontà di aiutare la classe imprenditoriale con i vari precetti giuridici in esso compresi, che come da regola ordinamentale, sono stati recepiti dagli enti sottoposti: regioni e comuni.

Purtroppo nella nostra bella città, ci sono delle persone le quali non disdegnano biasimevoli atteggiamenti da “comari di paese”, e che queste disposizioni varate secondo una dicitura ben precisa a favore della classe mercantile (che accludiamo con foto in calce), non faranno molto piacere: “sostegno alle imprese di pubblico esercizio occupazione suolo pubblico per attività di somministrazione alimenti e bevande.”

In effetti proprio questi esercizi commerciali, quelli di aggregazione sociale, stanno soffrendo le regole del distanziamento: parliamo in primis di ristoranti e bar, per le note regole di profillassi, obbliganti ad essi lo spaziamento interpersonale.

Proprio della “disavventura” di un bar racconteremo, ovvero del suo titolare, il giovane Giovanni Toscano, insieme alla sua fidanzata Felicia Nigro, i quali stanno subendo delle vessazioni di tutti i generi, nella cosiddetta fase 3, da parte di alcune persone appartenenti come loro medesimi alla classe mercantile o addirittura sui social; piccole cattiverie che hanno ferito i due giovani imprenditori ebolitani, i quali con coraggio e determinazione portano avanti una bella realtà.

Per essere sintetici, ci riferiamo al Gulliver Cafè, un esercizio commerciale molto accorsato, domiciliato sulla via Nazionale, con accluso centro servizi, ricevitoria, edicola. Una scommessa creata con determinazione da questi due coraggiosi ragazzi nostri meritori concittadini, che pur nelle difficoltà aggiuntive causate dal covid-19 non demordono, anzi rilanciano, nell’offrire un pubblico servizio ed a cui va dato loro grande merito, quello inoppugnabile d’aver contribuito a ripopolare un’area che fino a qualche anno addietro, specialmente di sera, oramai si poteva tranquillamente considerare una periferia di prossimità.

Per questi motivi abbiamo preso carta e penna e ci siamo recati nei pressi del loro esercizio commerciale, per ascoltare dalla loro viva voce tutta la incresciosa faccenda.

Inizia Felicia Nigro:”15 giorni fa abbiamo avuto il permesso di poter mettere i tavolini, dopo aver prodotto la piantina ed i documenti al Comune ed al Comando dei VV.UU. a ridosso della nostra attività, concessi dal decreto rilancio al posto dei parcheggi di fronte il bar, per compensare quello che abbiamo perso dentro di spazio per i clienti, in ottemperanza alla regola del distanziamento sociale. Ma da questo momento è stato più che un’opportunità, un problema.”

In seguito, dopo l’introduzione di Felicia è la volta di Giovanni Toscano, suo partner commerciale e nella vita, che con rammarico sottolinea:”Abbiamo subito le ire sia di alcuni vicini commercianti e non, sia sui social! Ma sono sempre le solite persone a cui danno fastidio i giovani imprenditori volenterosi, perché noi siamo dei giovani imprenditori e lo ribadiamo con orgoglio, diffamandoci forse anche per becere, quanto fantasiose strumentalizzazioni politiche, dimenticando che si tratta di autorizzazioni scaturenti da decreti nazionali.”

Proseguono i due imprenditori, stigmatizzano atteggiamenti provocatori fatti di sguardi sbiechi,foto e video anche da parte di colleghi della zona, rimarca Giovanni Toscano nello specificare che arrivarono a chiedere addirittura il parcheggio 30 minuti per dispetto, con un risultato disastroso: tradottosi in contravvenzioni generali:” I nostri tavolini stanno all’interno delle strisce, ed io avrei potuto prendere ancora più spazio, ma ho preferito rimanermene all’interno per non creare polemiche e disagi. Ed aggiungo che entrambi siamo fieri quando gli avventori del bar si congratulano per il lavoro ben fatto!”

Continua spedito ancora Giovanni Toscano”.. ci hanno etichettato come trasgressori che non pensavamo, ed agivamo irresponsabilmente su quello che stavamo facendo, ma la cosa che mi rammarica maggiormente consiste nel fatto cche persone del vicinato hanno chiamato i vigili urbani deliberatamente per danneggiarci!”  

Poi la denuncia nel finale:”Da ultimo ieri sera abbiamo notato svariati post su Facebook,scritti con l’acrimonia della ‘solita gente’, poi adeguatamente rimossi, ove caddirittura si augurava ai clienti un caffè al tumore, od altri oi quali ci hanno epitetato come di ‘dementi’, auspiacando persino la galera. Quindi constato amaramente che con le parole tutti anelano ad un rilancio economico, ma nei fatti concreti verifichiamo degli atteggiamenti sabotatori, quasi grotteschi ed offensivi: dulcis in fundo ci hanno accusato persino di aver minacciato altre persone!”

Si congeda il giovane imprenditore in simbiosi con la fidanzata:Del resto noi andiamo avanti con le nostre forze una mai Hai fatto debiti con nessuno né abbiamo chiesto aiuto, nei mesi covid ci siam limitati ad onorare tributi e spese di gestione senza guadagni alcuni, ed in definitiva se penso a quanto abbiamo subito in questi anni: da atti intimidatori, una rapina, la distruzione di un tendone, ma noi inflessibili e con  coraggio stiamo proseguiamo per la nostra strada”

E davvero per concludere in epilogo, ricordiamo che secondo una consolidata giurisprudenza, i post su Facebook possono anche strutturarsi in una fattispecie penale, quella di diffamazione aggravata a mezzo stampa.

http://www.salvisjuribus.it/post-o-commenti-offensivi-su-facebook-rischio-di-diffamazione-aggravata/

(Marco Naponiello)

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