EBOLI: Il Pci chiede supporto contro l’autonomia differenziata
Eboli Politica Tributi Welfare

EBOLI: Il Pci chiede supporto contro l’autonomia differenziata

È stata protocollata questa mattina la nostra richiesta al Presidente del Consiglio ed ai Capigruppo consiliari per presentare in consiglio comunale un apposito OdG per discutere ed approvare un dispositivo di dissenso con cui il Sindaco e la Giunta
– si facciano parte attiva presso il Governo e il Parlamento sostenendo il Disegno di Legge Costituzionale di Iniziativa Popolare volto alla modifica degli artt. 116 e 117 della Costituzione
– si impegni l’Amministrazione Comunale a dare alla campagna a sostegno del suddetto Disegno di Legge la massima pubblicizzazione sul territorio comunale sollecitando tutti i cittadini alla sottoscrizione.

Sulla scorta della posizione dell’Anci e dei tanti sindaci ed amministratori locali del sud che chiedono ufficialmente di fermare il disegno di legge Calderoli sull’ “autonomia differenziata” mina gli equilibri istituzionali sanciti dalla Costituzione e disgrega definitivamente il Paese aumentando le disuguaglianze territoriali a danno del Mezzogiorno, riteniamo occorra una mobilitazione diffusa e di far partire dal basso un forte e corale ‘NO’.
Ricordiamo alla città tutta che, proprio su nostra richiesta, la raccolta firme è già attiva presso l’Ufficio Elettorale del Comune di Eboli.

ORDINE DEL GIORNO SULL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA (AD) EX ART. 116, COMMS 3, DELLACOSTITUZIONE

premesso che

  • da parte delle regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna è stata richiesta, nelle preintesedel 2019 la devoluzione ex art. 116, comma 3, della Costituzione rispettivamente di 20, 23 e 16 materietra quelle indicate nell’art. 117 della Costituzione tutte di interesse anche nazionale;
  • è vero che l’art. 116,c.3, della Costituzione ammette il trasferimento a singole regioni che lo richiedanodi “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie indicatenell’art.117 …” ma è altresì vero che la richiesta, estrema e non conforme ad unalettura corretta dell’art. 116, di devolvere alle Regioni tutte o quasi tutte le materieindicate stravolge in modo inammissibile lo stesso art.117 e vìola i principi degli artt. 5e 119 della Costituzione;
  • nel mese di novembre 2022 è stato presentato dal ministro Calderoli un disegno di leggesull’attuazione dell’AD che presenta/va i seguenti caratteri:
  1. al parlamento è riservato un ruolo solo notarile senza possibilità di intervenire nelprocesso di formazione delle intese. Ciò dato che la commissione bicamerale per lequestioni regionali esprime un parere non vincolante e solo eventuale, mentre l’aula èchiamata a una “mera approvazione”, non potendo entrare nel merito dell’intesa;
  2. vengono sottratte alla Stato le competenze legislative e le relative funzioniamministrative per le materie richieste nelle preintese del 2019. Viene tolta potestàlegislativa allo Stato persino sulla legislazione che disciplina i principi generali regolantile singole materie, così alterando in modo inammissibile l’intero impianto dell’art. 117della Costituzione. Norma quest’ultima che prevede o materie di esclusiva competenza statale omaterie di competenza concorrente tra Stato e Regione ma non certo materie diesclusiva competenza regionale;
  3. le intese sarebbero modificabili solamente se la Regione fosse d’accordo. In casocontrario diventerebbero immodificabili;
  4. le intese tra Regioni e Stato sarebbero approvate anche senza la preventivadefinizione legislativa di LEP, costi e fabbisogni standard, perequazione strutturale ;
  5. il finanziamento dell’AD avverrebbe all’inizio utilizzando il criterio della spesastorica (la stessa che perpetua le attuali diseguaglianze tra territori), nell’ambito di unregime transitorio che non si sa come e quando avrà fine;
  6. con la clausola di invarianza per la finanza pubblica (art. 7 DDL Calderoli) se unaregione avrà più risorse per le maggiori funzioni assunte, appare certo che altre Regionine avranno di meno;
  7. risultano devolvibili anche materie di primario rilievo nazionale – scuola, sanità,infrastrutture strategiche, ambiente, lavoro, beni culturali, norme generalisull’istruzione, produzione e distribuzione nazionale dell’energia, e molto altro;
  • se questa scelta di devoluzione si realizzasse sarebbe colpita a morte l’unità giuridica edeconomica della Repubblica (artt.2, 3 e 5 della Costituzione) con enormi complicazioni nel governo dellesingole materie, in danno dell’uguaglianza dei cittadini, delle imprese e delle pubblicheamministrazioni locali e nazionali;
    • nessuna delle tre Regioni richiedenti ha mai spiegato, né tantomeno dimostrato, lafondatezza delle ragioni per le quali sarebbe utile e giusto trasferire quelle materie allacompetenza regionale;
    • esiste una relazione e interdipendenza tra tutte le Regioni e i territori italiani tali per cui ilsistema paese cresce o arretra assieme;
    • il riordino istituzionale di cui ha bisogno il paese non riguarda soprattutto le Regioni quantoinvece il rafforzamento delle autonomie locali;
  • molte Regioni e moltissimi Sindaci, tra cui quelli di Bari, Napoli e Bologna, hannomanifestato contrarietà alle richieste ex art.116 della Costituzione da parte delle tre Regioni;

richiamate le alte parole pronunciate il 23 novembre scorso in sede di Assemblea ANCI a Bergamodal nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ed in particolare laddove:

  • invita a “rifuggire la tentazione della chiusura nel ristretto orizzonte del proprio“particulare”. Non si farebbe neppure il bene della propria comunità immaginarlocontrapposto a quello delle comunità vicine o, addirittura, a quello della più ampiacomunità nazionale
  • sottolinea il ruolo dei Comuni “I Comuni sono la Repubblica, come recita l’art.114 dellanostra Costituzione. I quasi novemila Comuni italiani si dedicano, con dignità identica e conimpegno, alla responsabilità di sostenere le nostre comunità, offrendo servizi di carattereuniversale. La Costituzione sancisce il principio di uguaglianza per i cittadini e,naturalmente, vale per i Comuni, che devono essere posti tutti in condizione di adempiereai compiti loro affidati, per poter concorrere a realizzare il principio costituzionale della paridignità dei cittadini”
  • dichiara che “Punti fermi sono la garanzia dei diritti dei cittadini, che al Nord come nelMezzogiorno, nelle città come nei paesi, nelle metropoli come nelle aree interne, devonopoter vivere la piena validità dei principi costituzionali”
  • ricorda che “La Costituzione sancisce il principio di uguaglianza per i cittadini e,naturalmente, vale per i Comuni, che devono essere posti tutti in condizione di adempiereai compiti loro affidati, per poter concorrere a realizzare il principio costituzionale della paridignità dei cittadini”

il Consiglio Comunale

CHIEDE

Al Governo

  1. qualunque futuro disegno di legge attuativo dell’autonomia differenziata ex art. 116,comma 3, della Costituzione, sia inviato alle Camere come DDL ordinario, al fine di permettere unapprofondito e indispensabile dibattito pubblico nel paese su scelte che determinerannoimportanti e potenzialmente irreversibili conseguenze istituzionali, economiche e sociali.Coinvolgendo in tale dibattito sindacati, associazionismo, studiosi, autonomie locali esoprattutto il Parlamento a cui va riservato un ruolo centrale anche nella valutazione dimerito delle eventuali intese;
  2. vengano obbligatoriamente definiti – prima di eventuali intese con singole regioni – LEP,costi fabbisogni standard e fondi perequativi, senza i quali non è possibile stabilire lerisorse necessarie a finanziare le prestazioni sulla base del principio di uguaglianza.Vietando in particolare regimi transitori governati da fantomatiche “commissioniparitetiche” prive di qualsiasi legittimazione politica;
  3. ogni trasferimento di materie avvenga nel rispetto dei principi di solidarietà e unitànazionale, garantendo maggiori risorse a quei territori in cui permangono gapinfrastrutturali, economici e sociali col resto dell’Italia;
  4. il processo di eventuale devoluzione di cui all’art.116, comma 3 della Costituzione avvenga nel rispetto delprincipio di sussidiarietà nell’esercizio delle funzioni amministrative e non si traduca in unaccentramento regionale in danno delle autonomie locali;
  5. il riconoscimento di ulteriori e particolari forme di autonomia ex art.116,comma 3, della Costituzione trovifondamento in specifiche e dimostrate esigenze della Regione richiedente, compatibili conl’unità della Repubblica e col principio di uguaglianza. Caratteri che non risultano presentinelle richieste di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna;

al Parlamento che sia portato rapidamente alla discussione in Senato il DDL di iniziativa popolare per lamodifica degli artt. 116 e 117 della Costituzione, lanciato dal Coordinamento per la DemocraziaCostituzionale, non appena completata la raccolta firme nell’aprile 2023.

impegna l’Amministrazione Comunalea dare informazione e pubblicità, sui propri strumenti di comunicazione, siti, profili social ogiornali cartacei, alle proprie e ai propri cittadini, della possibilità di firmare, virtualmente ofisicamente, il Disegno di Legge Costituzionale di Iniziativa Popolare volto alla modifica degliartt. 116 e 117 della Costituzione (allegato e parte integrante del presente Ordine delGiorno).