Eboli, Maria Vita Della Monica assessore alla Scuola ed alla Legalità, dopo l’ultima riunione di Giunta: il messaggio alla cittadinanza
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Eboli, Maria Vita Della Monica assessore alla Scuola ed alla Legalità, dopo l’ultima riunione di Giunta: il messaggio alla cittadinanza

Con la riunione di Giunta a cui ho partecipato oggi ho portato a termine l’esperienza da Assessore del Comune di Eboli. Un’esperienza durata poco più di un mese e mezzo che è stata tanto breve quanto travagliata ma, al tempo stesso, estremamente importante, per me che la politica l’ho sempre vissuta da cittadina attiva e mai da amministratore.
In questo mese e mezzo ho fatto quanto ho potuto e ritenuto opportuno. L’ho fatto guardando alla comunità e alle sue necessità, al di là di ogni logica di appartenenza, di ogni valutazione in vista di una prossima tornata elettorale. L’ho fatto con lo stesso impegno che avrei profuso se le cose fossero andare diversamente da come, purtroppo per tutti, sono andate. L’ho fatto rapportandomi al sindaco f.f., ai colleghi di Giunta, ai consiglieri comunali che sono stati mio punto di riferimento in questo percorso e prima ancora di esso, agli uffici dei settori di mia competenza, nei quali ho trovato grande collaborazione e una disponibilità niente affatto scontata.
Quotidianamente ho ascoltato le istanze dei cittadini che a me si sono rivolti, dei dirigenti scolastici e dei docenti trovatisi a fronteggiare una situazione inedita, vista l’emergenza sanitaria. A nessuno ho negato l’ascolto. A tutti ho cercato di fornire risposte. Non sempre sono riuscita a darne, lo so bene. Ma ce l’ho messa tutta, sempre e comunque, a prescindere dal risultato. In questo mese e mezzo ho fatto e, quasi mai, ho detto. Sono consapevole che questo, per me che mi occupo di comunicazione, rappresenti un controsenso. Eppure non sono riuscita a fare altrimenti.
Non perché non avessi da dire. Semplicemente perchè non ho avuto la “forza” di dire ciò che stessi facendo. Tutta quella che avevo mi è servita a fare e a restare lì dove, per me, è stato doveroso rimanere: alla guida della mia città che, nel mio piccolissimo, ho sentito la necessità di non abbandonare nel momento del bisogno. Qualcuno dirà che con me o senza di me sarebbe stato uguale. Può darsi. Ma non sarebbe stato uguale per me, per la mia coscienza sulla quale oggi, peserebbe come un macigno il rimorso di aver gettato la spugna, al cospetto di una comunità ferita e senza più riferimenti, in un momento globalmente emergenziale.
Dopo la riunione di Giunta di questo pomeriggio, di fatto, il mio incarico da assessore finisce. Ma prendervi parte, votando le proposte di delibera in esame, mi ha consentito di chiudere questa parentesi della mia vita con il medesimo spirito con il quale l’ho vissuta: con senso di responsabilità.
E’ in nome del senso di responsabilità che, insieme agli assessori presenti e al sindaco f.f. ho espresso voto favorevole per la variazione di urgenza del bilancio di previsione che ha consentito di ripianare il maggior disavanzo di amministrazione, abbattendo di 5,2 milioni di euro il debito del Comune di Eboli. Di “mettere ordine”, cioè, nei conti comunali così che, chi verrà dopo, possa portare a termine gli obiettivi previsti, avendo a disposizione di tutti i settori amministrativi fondi necessari a completare le attività programmate.
E’ in nome del senso di responsabilità che ho approvato l’erogazione di buoni spesa alimentari per una cifra di circa 350mila euro previsti dal “Decreto Ristori Ter”.
E’ in nome del senso di responsabilità che ho votato un piano socio economico per 200 mila euro di contributi straordinari, destinati alle categorie professionali e alle famiglie maggiormente colpite dalla crisi economica derivante dall’ emergenza sanitaria.
E’ in nome del senso di responsabilità che ho approvato il regolamento di rotazione ordinaria del personale amministrativo, in base ai criteri stabiliti dal piano triennale anticorruzione. E’ sempre in nome di esso che ho votato lo schema di accordo con la Direzione Regionale dei Musei della Campania e con il Mibact, per rendere fruibile ai visitatori il nostro Museo Archeologico nei fine settimana.
A meno di settantadue ore dalla fine del mandato, mentre rifletto su di esso seduta al tavolo della cucina di casa mia, lontana da scranni e “poltrone”, posso dire di avere la percezione netta di aver fatto la cosa giusta, restando al “mio” posto. Facendo, nonostante la paura di sbagliare. Facendo, anche quando mi sembrava di non essere capace. Facendo, anche senza dirlo.
Di questo mese e mezzo porterò nel cuore e nella mente questa maturata certezza. E, negli occhi, una immagine: lo sguardo di due giovani che, senza neppure sapere chi fossero prima di leggere i loro nomi sull’atto di matrimonio, ho avuto l’onore di sposare, in un giorno di pioggia. Lo sguardo di chi non si arrende alla difficoltà, di chi nella distanza imposta cerca l’unione, di chi sa che dopo ogni temporale spunta, sempre, un arcobaleno. Di chi guarda al futuro, nonostante il presente.
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