DOPPIO MESSAGGIO MATTUTINO DEL SINDACO DI EBOLI
Stamani si sono svolti i tradizionali saluti natalizi del sindaco di Eboli dott Massimo Cariello, nell’aula consiliare Isaia Bonavoglia . Infatti In una sala gremita di dipendenti dell’ente, accompagnati dai tanti volontari e dalla maggioranza al completo, il primo cittadino ha tenuto a rimarcare la stretta collaborazione, prima umana e secondariamente professionale, tra il personale del Comune di Eboli e l’amministrazione, ritenendosi molto soddisfatto di quello che”… abbiamo ottenuto in tutti questi anni di stretta collaborazione, e mi scuso se qualche volta sono stato troppo pressante; avrei voluto fare di più ma penso che insieme abbiamo realizzato grandi risultati per la collettività ebolitana!”
Su declinare dell’intervento, appassionato e verboso come di consuetudine, unica sottolineatura polemica l’atteggiamento reiterato di ostracismo, in quasi 5 anni della opposizione consiliare, che come ha più volte rimarcato Cariello”...un’opposizione così cattiva nei confronti della maggioranza e della mia persona nella storia politica della città di Eboli non si è mai vista! Sinceramente mi scuso con i collaboratori tutti del comune se dovranno o se hanno passato qualche momento difficile per colpa mia; essi hanno attaccato terzi per colpire me, effettivamente è un qualcosa che mi amareggia molto e spero davvero che tutto possa risolversi tranquillamente, ma questo modo di fare politica non mi appartiene e non appartiene alla cultura civica della nostra comunità!
Infine un commosso primo cittadino ha auspicato di poter continuare nella prossima consiliatura il suo percorso amministrativo indipendentemente da:” quelle che saranno le vostre scelte, sono onorato di avervi avuto al mio fianco in questa impareggiabile esperienza e spero che passiate tutti un buon natale e possiamo cosi ripartire nel nuovo anno , per realizzare le tante opere che faranno crescere la nostra amata città!
INTERVISTA DEL SINDACO NEGLI STUDI RADIOFONICI DI RADIO CITTÀ 105, CONDOTTA DAL GIORNALISTA EUGENIO VERDINI.
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