MANCATA SEPARAZIONE DEI PERCORSI COVID ALL’OSPEDALE DI EBOLI E CARENZA DEL PERSONALE SANITARIO: LE RICHIESTE DELLA UIL-FPL
Eboli Sanità Sindacato

MANCATA SEPARAZIONE DEI PERCORSI COVID ALL’OSPEDALE DI EBOLI E CARENZA DEL PERSONALE SANITARIO: LE RICHIESTE DELLA UIL-FPL

Al Direttore Generale Asl Salerno

Al Direttore Amministrativo Asl Salerno

Al direttore sanitario DEA Eboli/Battipaglia/Roccadaspide

Dott. Mario Minervini

Al direttore amministrativo

 Dott. Stefano Graziano

Al Presidente 5° commissione Regione Campania

U.O.C. Servizio di Prevenzione e Protezione

Ai lavoratori interessati

LORO SEDI

Oggetto: Mancata separazione dei percorsi Covid al P.O. Eboli, il sindacato chiede di ripristinare la sicurezza.  

Personale sanitario da potenziare.

Giunge notizia alla scrivente O.S. di nuove criticità presso l’ospedale di Eboli “Maria SS. Addolorata” in merito alla gestione di pazienti affetti da Covid-19. La presenza della positività del paziente nel reparto di ortopedia e traumatologia dell’ospedale ha generato di nuovo il caos organizzativo che si è verificato nei mesi della crisi pandemica. La non nuova promiscuità logistica legata alla mancata separazione dei percorsi Covid – No Covid mette di nuovo a rischio di infezione pazienti ed operatori.

Pertanto con la presente la UIL fpl chiede interventi urgenti ed immediati volti a correggere le anomalie segnalate ai fini della tutela della salute e sicurezza dei pazienti ed operatori. Errare humanum est, perseverare… nell’errore tuttavia non ci risulta degno di una condotta aziendale conforme a garantire gli elevati standard di sicurezza delle cure. Andrebbe organizzata un’assistenza diversa, ospedaliera e territoriale visto che ci ritroviamo a ridondare i reparti ed il personale per far fronte alle esigenze di un’assistenza tripartita: malati positivi da curare per Coronavirus, malati positivi ma senza i sintomi, Covid da trattare per altre patologie e pazienti non covid.

Difatti qualche struttura sanitaria si è già mossa attivando le competenze cliniche miste e un’assistenza interdisciplinare. Pertanto nel soprannominato reparto è spuntato il cosiddetto paziente-centauro: metà con covid, metà affetto da altre patologie, quindi si presuppone da trattare in modo differente e in diversi setting assistenziali per sostenere il riorientamento di tutto il sistema della prevenzione verso un approccio della Promozione della Salute.

Inoltre, si fa presente che tutti i pazienti Covid con necessità di ricovero venivano trasferiti nei prestabiliti reparti covid, individuati precedentemente dalla regione. Pertanto, urge una soluzione organizzativa che risponda alla variabilità che di volta in volta si presenta, restituendo appropriatezza ai percorsi in modo tale che ciascun paziente possa essere curato là dove ne ha bisogno, predisponendo i percorsi distinti che consentano di garantire sicurezza e protezione per tutti.

Infine con riferimento alla nota N°211 del sovrintendete EMERGENZA Covid 19 prof. Mario Polverini, che ci risulta in pensione, codesta Organizzazione Sindacale interroga le SS.LL.su come gestirei pazienti positivi ricoverati per altre patologie, visto che il fatto stesso di avere il tampone positivo non presuppone il ricovero presso gli ospedali pneumologici Covid e dover gestire questi pazienti infetti nei reparti non Covid aumenta il rischio di contagio in corsia riducendo la possibilità di curare chi ha altre malattie. Soffrono di altre patologie – cardiache, ortopediche, neurologiche – e il fatto che siano anche infetti non rappresenta un problema dal punto di vista sanitario. Il guaio è tutto per l’ospedale e per la sua offerta di servizi sanitari. Il personale impiega molto più tempo a svolgere le attività assistenziali. Tra vestizione e svestizione vanno via 30-40 minuti. I tempi sono lunghissimi e compromettono la qualità dell’assistenza agli altri pazienti non Covid. Ci vorrebbe più personale ma in questo momento pare sia impossibile ad averlo nonostante gli innumerevoli solleciti!

Concludiamo, senza dilungarci oltre, che tutto ciò sugli ospedali ha un impatto devastante aumentando notevolmente il contenzioso tra i pazienti che possono lamentare carenze o ritardi nell’assistenza. Ma a quanto pare non c’è verso che questo “uovo di Colombo” voglia essere scoperto dai nostri Dirigenti.

I nostri professionisti rappresentano una risorsa inestimabile e vanno preservati e tutelati pertanto fiduciosi in un positivo riscontro e in attesa di eventuali determinazioni in merito, si porgono cordiali saluti.

Dirigenti Sindacali UILfpl                                                                                                                      Segretario UILfpl

Kotulak Ilona Iza                                                                                                                                           Vito Sparano

 Nassa Antonio