IN RICORDO DI FABRIZIO QUATTROCCHI
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IN RICORDO DI FABRIZIO QUATTROCCHI

Oggi 14 aprile, ricorre l’anniversario della morte di Fabrizio Quattrocchi, guardia di sicurezza privata, tristemente nota per essere stata uccisa in Iraq nel 2004. Nato a Catania nel 1968, prima lavora nella panetteria del padre poi si arruola nell’Esercito, diventando caporale maggiore per entrare, infine, in una società di sicurezza ed investigazioni. Fu preso in ostaggio il 13 aprile 2004 insieme ad altri suoi colleghi, Umberto Cupertino, Maurizio Agliana e Salvatore Stefio, da terroristi islamici del gruppo “Falangi Verdi di Maometto“, mai identificati. Non risulta chiaro il motivo della sua morte, anche perché i suoi colleghi furono liberati, però sappiamo gli ultimi momenti della sua esistenza grazie a un video, in cui egli chiede di voler morire senza essere incappucciato, rendendo tristemente nota, la frase da lui pronunciata: “”Adesso vi faccio vedere come muore un italiano”.

La cosa certa è che uno dei sequestratori parlava perfettamente l’italiano, ma non si sa chi sia. Il suo corpo venne gettato come una cosa vecchia, in balia degli animali, da quanto emerse dall’autopsia e, i colpi che provocarono la morte furono due: una alla nuca e uno al torace. Nel 2006, il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli conferì la Medaglia d’oro al valore civile con la seguente motivazione: “Vittima di un brutale atto terroristico rivolto contro l’Italia, con eccezionale coraggio ed esemplare amor di Patria, affrontava la barbara esecuzione, tenendo alto il prestigio e l’onore del suo Paese. Iraq, 14 aprile 2004”.

Tanti gli omaggi in suo onore: ponti, vie, associazioni, monumenti e, un libro della scrittrice Oriana Fallaci, La forza della ragione, è dedicato all’eroe e a tutti gli italiani ammazzati dal Dio Misericordioso e Iracondo, come ella stessa scrisse. I funerali vennero celebrati il 29 maggio nella città dove viveva, Genova ed essere successivamente seppellito nel cimitero monumentale di Staglieno. Sulla tomba, dove si albera una Nike di Samotracia, dimostrazioni d’affetto di ogni genere ci ricordano che gli eroi non muoiono mai.