LA VIOLENZA SULLE DONNE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS: IL REPORT DI LAURA AVELLA
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LA VIOLENZA SULLE DONNE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS: IL REPORT DI LAURA AVELLA

Riceviamo e volentieri pubblichiamo, una interessante riflesisone sociale sull’emergenza riguardante la violenza di genere nel periodo contingente, ossia quello che si riferisce all’emergenza sanitaria del Coronavirus a cagione di forzate convivenze dovute dal Lockdown, e declinata ottimamente da Laura Avella, avvocato partenopeo di origine cilentana (Perdifumo), collaboratrice della casa editrice “Il Saggio” e dell’omonima storica rivista di Eboli.

L’avvocato Avella è attiva da tempo anche nel mondo culturale cilentano,  infatti essa è un associato di ViviCilento, sodalizio che promuove il territorio e le migliori tradizioni dello stesso.

Siamo certi pertanto, che tale ennesima pubblicazione sarà d’ausilio ad una seria riflessione intorno a quest’aberrante fenomeno, che si consuma quotidianamente ancora nel 21° secolo e con caratteristiche belluine,  in specie tra le mura domestiche.

BUONA LETTURA!

(Laura Avella)

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LA VIOLENZA SULLE DONNE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Il grembo materno è un luogo caldo e sicuro, è lì che alberga il futuro di una vita, da quel tempio inizia il viaggio come cita Nikita Gill.

Quale partenza più bella può esistere nel creato dal mistero della nascita di Cristo alla gioia di una nascita in generale.

Eppure venire al mondo, allo stesso modo di qualcuno che poi da grande crede di essere il padrone del mondo o un giustiziere, mentre è soltanto un anticristo.

La vita porta la donna ad affrontare il quotidiano con fatica o con successo, ma con la certezza che possano esistere momenti di crisi e gesti quotidiani possono diventare un boomerang.

Un vestito, un trucco, un’uscita in più con le amiche, la libertà consapevole o la voglia di affermazione, possono diventare un’arma che si ribalta contro.

Un amore che non viaggia in mondi paralleli con la stima, non può che essere luce contro tenebre.

Un amore che non ha le ali, ma viene chiuso a chiave non può trovare una via d’uscita.

L’amore grande quando c’è non finisce, si può trasformare in tanti petali colorati, ma quando le parole tirano le altre fino a diventare pietre, l’amore non evolve. L’amore resta imbrigliato in una complessa “figura geometrica”: un quadrato, quello che rappresenta un talamo nunziale, che diventa un ring, senza più certezza di un futuro.

Obbligati dalla quarantena, a causa del COVID-19, sono stati annoverati i soggetti a rischio, sono state esaminate di volta in volta le categorie in base all’età, alla salute, al sesso e persino alla nazionalità.

Ma non ci siamo accorti che mentre in virus percorreva i nostri Paesi, un virulento mostro si blindava nelle mura di casa per farne uno scenario di drammaticità.

Consapevolmente sadico che la “preda” non avrebbe potuto fuggire né essere soccorsa.

Non esistono in queste vite grigie persone amiche che possano offrire un sostegno, non esistono maniglie a cui aggrapparsi.

Quante volte avrà pensato di perdonarlo, ma quanto c’è di sbagliato in un perdono se non c’è un sentimento di “pietas” del carnefice o un pentimento vero.

L’aguzzino indisturbato, pone le sue mani sciagurate sulle “carni da macello” e senza rispetto della vita colpisce l’orgoglio di quegli occhi belli, che lo guardano per l’ultima volta, senza avere più paura. La voglia di lottare non si erge più a forza, non per la sconfitta o la resa, ma non ha più senso ricominciare.

Lo avrà fatto tante volte e tante volte, ricevendo ferite al cuore più che sulla pelle.

Gli amori quelli veri resistono al tempo, l’amore finito lascia la terra tra le pareti di una stanza.

Non bastano i colori dell’arcobaleno con i quali i bambini vedono il mondo e la speranza di #potercelafare e di correre liberi come cavalli.

Usciremo da questo isolamento, a ballare per le strade e qualcuno non ci sarà, perché è già andata in onda la sua “ballata triste”.

Laura Avella

Il disegno che accompagna il report è opera di Giorgia Iovane di anni 8.

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