OGGI IL “BLUE MONDAY”: IL GIORNO PIU’ TRISTE DELL’ANNO
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OGGI IL “BLUE MONDAY”: IL GIORNO PIU’ TRISTE DELL’ANNO

fonte: https://www.corriere.it/tecnologia/21_gennaio_18/blue-monday-2021-oggi-giorno-piu-triste-dell-anno-come-nato-perche-realta-non-esiste-94a319e6-5963-11eb-89c7-29891efac2a7.shtml

Blue Monday 2021, oggi è il giorno più triste dell’anno: come è nato (e perché in realtà non esiste)

Il terzo lunedì di gennaio è stato eletto a Blue Monday da un’equazione di uno psicologo dell’università di Cardiff. Ma c’è chi sospetta sia solo una trovata pubblicitaria

Il Natale è passato, Capodanno è solo un ricordo, fa freddo e spesso non si vede il sole per tutto il giorno. Non è un caso che il Blue Monday, il giorno eletto a più triste dell’anno, cada a gennaio. Precisamente il terzo lunedì di gennaio, ovvero oggi 18 gennaio 2021. Le condizioni per passare una giornata dall’umore nero in effetti ci sono tutte ed ecco che ormai da anni si «festeggia» – per così dire – questa ricorrenza, le cui origini si perdono tra equazioni e trovate pubblicitarie.

Esiste davvero il Blue Monday?

Non c’è, ovviamente, nessuna evidenza scientifica riguardo al Blue Monday. Non solo. Già nel 2006 ricordava l’opinionista del Guardian Ben Goldacre, specializzato proprio in articoli riguardanti la scienza, come l’origine della teoria di Arnall sia molto meno nobile di quello che si potrebbe pensare. Il Blue Monday avrebbe fatto la sua comparsa nel 2005 in un comunicato stampa del canale televisivo Sky Travel. Una trovata pubblicitaria insomma, rafforzata da una teoria pseudoscientifica firmata da uno psicologo. È il giorno più triste dell’anno? Tirati su con una bella vacanza: questo è il senso. Lo stesso collega di Arnall, il dottor Dean Burnett della Cardiff University definisce l’equazione «insensata. Innanzitutto non proviene dai risultati di uno studio psicologico condotti in un laboratorio affidabile, ma da uno studio condotto da una società privata, reso credibile dal nome di uno psicologo. Poi combina fattori che non sono quantificabili». Mentre per Goldacre l’equazione «è disinformativa e creata per denaro». Per concludere, lo stesso Arnall ha poi criticato l’idea del Blue Monday. Il suo account Twitter è pieno di post che polemizzano con la teoria al grido di #stopbluemonday, anche se fermo al 2016.

C’è da dire che Arnall non si è fermato alla «semplice» equazione del Blue Monday. Ne ha poi creata una ancora più complessa per aiutare le agenzie di viaggio a capire quando i loro clienti sono più propensi a prenotare un viaggio (che include fattori come le condizioni meteo, i debiti accumulati dopo il Natale, il fallimento dei buoni propositi, la scarsa motivazione). Gennaio è sempre il momento migliore. E ha successivamente calcolato anche il giorno più felice dell’anno, questa volta sotto commissione della Wall’s, azienda che produce gelati. Il contrario del Blue Monday cade a giugno, e considera fattori come la possibilità di stare all’aperto, l’avvicinarsi delle vacanze, le temperature più calde.
Ma anche quest’anno è un Trend

Ma tutto ciò – critiche e pareri scientifici contrari – non ha impedito al Blue Monday di crescere in una ricorrenza che molte persone ricordano. Non c’è niente di meglio che una teoria poco credibile ma dal marketing impeccabile per creare un tormentone, viene da dire. E infatti sui social il Blue Monday esiste e ogni anno si alimenta di tanti, tantissimi utenti che quel terzo lunedì di gennaio si sentono davvero depressi. Qual è il trending topic di punta oggi su Twitter? Ovviamente #BlueMonday.

L’equazione del Blue Monday

Il Blue Monday nasce dal lavoro di uno psicologo nonché accademico della Cardiff University: Cliff Arnall (non per niente è la Gran Bretagna il paese dove più si ricorda questa giornata). Questo ha creato un’equazione vera e propria in grado – dice – di calcolare il giorno «col più alto fattore di depressione» dell’anno. Nello specifico l’equazione è C(P+B) N+D. Dove C sta per «temperatura media», P sta per «i giorni dall’ultima paga», B sta per «i giorni fino al prossimo festivo», N sta per «il numero di notti passate a casa nel mese» e D sta per «il numero di ore diurne medie». Con questi fattori, secondo Arnall, si sarebbe in grado di calcolare quando cade il Blue Monday, ovvero il terzo lunedì del mese. Ma è davvero così?

 

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