La Befana vien di notte ed i miei ricordi di bambina: di Mariagrazia Toscano
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La Befana vien di notte ed i miei ricordi di bambina: di Mariagrazia Toscano

La Befana vien di notte
Con le scarpe tutte rotte
Col vestito alla romana:
Viva viva la Befana!
Vien di notte a notte fonda
Com’è stanca! La circonda
Neve, gelo e tramontana,
Viene, viene la Befana!
Questa è la filastrocca della Befana, la divertente ma bruttissima vecchietta che porta giocattoli, dolci e
caramelle ai bambini buoni e cenere e carbone a quelli che sono stati un po’ birbanti. Questo è il periodo
dell’anno dedicato ai più piccoli. Esiste una città in Italia che più delle altre, celebra in maniera spettacolare
la simpatica vecchina che indossa dei vestiti vecchi, rattoppati , con delle scarpe vecchie e rotte, un
cappello sporco alle ventitré, un paio di calzette lise, un grande scialle di lana per proteggersi dal freddo
della notte, una scopa di saggina per volare sui tetti della città ed un bel sacco di iuta tutto pieno di toppe
dove infilare i giocattoli e tutto il resto. Mi riferisco proprio a Roma.
Infatti, in questo particolare periodo dell’anno, esattamente dall’8 dicembre fino al 6 gennaio, nella
bellissima cornice di Piazza Navona, uno dei luoghi più suggestivi ed incantevoli della Capitale, quel luogo
dove tutti i bambini almeno una volta andavano con i loro genitori a fare incetta di caramelle e dolci di ogni
genere, zucchero filato e ciambelle fritte, ha luogo un interessantissimo mercatino natalizio: una vera e
propria Lilliput di chioschetti e banchi lungo tutto il perimetro della piazza che vendono maggiormente
statuine del Presepe, addobbi natalizi e pezzi di artigianato locale.
Non mancano giocattoli, dolciumi golosi e colorati, banchi dove si spara ai palloncini, si buttano giu’ i
barattoli e si acchiappa il collo della papera che galleggia sull’acqua vincendo un pesce rosso; tutto questo
avviene nel plateale ellittico della suddetta piazza in cui il Bernini ed il Borromini si sfidano a colpi di opere
d’arte e che era per tradizione fin dal 1860, la casa romana della Befana che gira in lungo ed in largo a
caccia di bambini il 6 gennaio, chiedendo loro se sono stati buoni o cattivi, somigliante in tutto e per tutto a
quella dell’immaginario dei bimbi, paurosa con il suo naso bitorzoluto, vestita di panni laceri e con la gobba
e la scopa immancabili.
Il suddetto mercatino che è un rituale per ogni bambino abitante a Roma, è stato scoperto negli anni dai
turisti, che sanno pienamente apprezzare la magia che si respira, passeggiando tra divertenti e
coloratissime bancarelle, dove io con i miei genitori e mio fratello Fabrizio, sceglievamo i nostri bei regali da
ordinare alla simpatica vecchietta, con tanto di letterina decorata.
Al centro della piazza per l’occasione, oltre agli artisti di strada, si può ammirare una bellissima giostra
antica con i cavalli e le carrozze, che ricorda molto il famoso carosello di Mary Poppins, quello che da un
momento all’altro prende vita e lancia i protagonisti del film in una corsa equestre, nelle campagne
londinesi. Passeggiando tra le numerose bancarelle si trovano non solo i giocattoli ed alcuni simpatici

negozietti, straripanti di dolciumi, ma anche mele stregate (tipo la dolcissima Biancaneve) e calze per i
piccoli, già pronte di ogni foggia e colore. Si può oltre all’acquisto di accessori per l’albero natalizio ed il
presepe, giocare nei numerosi stands dell’annesso luna park, dove tentando la fortuna, si possono vincere
morbidi peluches.
La sera del 5 gennaio, ricordo come se fosse ieri che, prima di andare a dormire e dopo aver rigovernato la
nostra casa, si apparecchiava con emozione la tavola per l’adorata Befana che essendo molto vecchia per
portare i regali ai bambini doveva essere ben rifocillata. Mia madre, per l’occasione, con grande dovizia si
prodigava per lei in attesa della sua visita; stendeva il tovagliolo, addobbava la tavola e lasciava solitamente
un piatto fumante di minestra saporita, un bicchiere di buon vino e gustosi mandarini, ricche noci ed ottimi
biscotti.
Poi, si preparava per l’occasione la famosa letterina, scrivendo le numerose monellerie compiute durante
l’anno e promettendo di rimediare nel tempo futuro. Tutto cio’ prima di andare beatamente a letto,
stringendo un bel sogno tra le ciglia.
Mia madre, puliva per bene la cappa del camino per la circostanza e la mattina appena svegli si trovavano le
briciole, le bucce, il bicchiere ed il piatto vuoti e la risposta alla letterina con la sua calligrafia tremolante e
quindi, i tanto sospirati regali e le mitiche calze piene di prelibate leccornie.
La mia infanzia adorata, il mio piccolo e grande mondo antico di sempre, in cui tutto era più buono e
semplice! Chi, se ne avesse la possibilità, solo per un giorno dell’anno, non vorrebbe essere bambino? Io,
sicuramente sì, anche se dovessi pagare un piccolo, grande tributo… in caramelle, cioccolatini e dolcetti
deliziosi alla carissima vecchietta!
Cara Befana, porta sempre tanta allegria negli occhi di grandi e piccini e tanti piccoli doni, nelle calze di tutti
i bambini . E se puoi ricorda a tutti che i desideri si possono sempre avverare.
Sognare permette a ciascuno di noi di essere tranquillamente e veramente pazzo, ogni notte della nostra
vita. William Demeet
Written by Mariagrazia Toscano