SPOSE BAMBINE NEL MONDO: UN DRAMMA CHE COLPISCE 6 MILIONI DI INNOCENTI
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SPOSE BAMBINE NEL MONDO: UN DRAMMA CHE COLPISCE 6 MILIONI DI INNOCENTI

NOTA E FOTO TRATTI DAL MESSAGGERO.IT

https://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/onu_spose_bambine_migliaia_morte_parto-2019261.html?fbclid=IwAR0tr6YAo1e62tr8jlq_tKG2nLwUl2Dd69Y1C1f3fBs9XVoCmD-jDorBBvQ

Onu, 6 milioni di baby spose l’anno: «Oltre 70mila muoiono di parto»

Il Niger è il posto peggiore al mondo dove essere una bambina o una ragazza, la Svezia il migliore. Altri due Paesi scandinavi, Finlandia e Norvegia, occupano il secondo e il terzo posto in classifica, mentre l’Italia si piazza in decima posizione, davanti a Spagna e Germania. Ultimo il Niger. Sono alcuni dei dati del rapporto «Every Last Girl: free to live, free to learn, free from harm», lanciato oggi da Save the Children in occasione della Giornata internazionale delle bambine e delle ragazze.

Il dossier contiene la graduatoria dei Paesi dove bambine e ragazze hanno maggiori opportunità di crescita e di sviluppo, basata su 5 parametri: matrimoni precoci, numero di bambini per madri adolescenti, mortalità materna, completamento della scuola secondaria di primo grado e numero di donne in Parlamento. L’Italia ha gli stessi risultati della Svezia per quanto riguarda il numero di figli per madri adolescenti (6 su 1.000) e tasso di mortalità materna (4 su 100.000 nascite), mentre ha una percentuale minore di donne che siedono in Parlamento (31% contro 44%).

A livello globale la situazione delle bambine e delle ragazze è tutt’altro che rosea: una ragazza minore di 15 anni si sposa ogni sette secondi, oltre un milione di ragazze diventano madri prima di compiere i 15 anni, mentre 70mila ragazze tra i 15 e i 19 anni perdono la vita ogni anno per cause legate alla gravidanza e al parto. Sono solo alcuni dei dati che emergono dal rapporto «Every Last Girl: Free to live, free to learn, free from harm», lanciato oggi da Save the Children, l’organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a promuoverne i diritti, in occasione della Giornata internazionale delle bambine e delle ragazze.

Il rapporto contiene la graduatoria dei Paesi al mondo dove le bambine e le ragazze hanno maggiori opportunità di crescita e di sviluppo, basata su cinque parametri: matrimoni precoci, numero di bambini per madri adolescenti, mortalità materna, completamento della scuola secondaria di primo grado e numero di donne in Parlamento. Secondo il rapporto, il Niger è il posto peggiore al mondo dove essere una bambina, la Svezia il migliore, seguita da altri due Paesi scandinavi, Finlandia e Norvegia. L’Italia si piazza in decima posizione, davanti a Spagna e Germania.

Secondo lo studio, che cita statistiche delle Nazioni Unite, se il numero di spose bambine nel mondo crescerà ai ritmi attuali nel 2030 avremo 950 milioni di donne sposate giovanissime e 1,2 miliardi nel 2050. L’India è il paese con il più alto numero di spose bambine, con il 47% delle ragazze sposate prima di aver compiuto 18 anni. In India, Afghanistan, Yemen e Somalia, sono numerosi i casi di spose bambine che hanno meno di 10 anni e che si legano a uomini molto più grandi di loro. Povertà, guerre e crisi umanitarie sono i fattori che contribuiscono ad alimentare il fenomeno dei matrimoni precoci.

Ogni anno, secondo il rapporto, 16 milioni di ragazze tra i 15 e i 19 anni mettono al mondo un figlio, mentre sono oltre un milione le ragazze che diventano madri prima di compiere i 15 anni. Le complicazioni durante la gravidanza e il parto rappresentano, dopo i suicidi, la seconda causa di morte per le ragazze tra i 15 e i 19 anni. I bambini che nascono da madri adolescenti, inoltre, hanno il 50% d probabilità in più di morire nei primi giorni dopo il parto, rispetto ai figli di donne tra i 20 e i 35 anni di età. Oltre 30 milioni di ragazze, poi, rischiano di subire mutilazioni genitali femminili nel prossimo decennio. Oltre un terzo delle giovani donne nei Paesi in via di sviluppo, emerge inoltre dal rapporto, è fuori sia dal circuito scolastico che da quello del lavoro formale.