Connor di Connor Selby. Recensione di Gianfranco Piria
News Recensioni musicali Società

Connor di Connor Selby. Recensione di Gianfranco Piria

Siamo entrati nel vivo della campagna discografica 2023.Dopo un 2022 altalenante,ancora condizionato
dalla Pandemia,finalmente tutto sembra essere rientrato.Si nota una evidente e giustificata smania di ritornare
a fare musica.Perchè non tutti i mali vengono per nuocere. Molti si sono arresi, altri hanno trovato nella loro
passione e creatività la forza per reagire. Indagare per quale meccanisco psicologioco, sia accaduto tutto
questo, non è di nostra competenza.Una cosa è certa, i giovani stanno avendo un ruolo determinate.Le nuove
generazioni,in alcuni casi aiutate da nomi importanti, si stanno facendo largo alla grande.Solo per citarne
alcuni: Ben Levin,Marc Broussard, J-Rad Cooley,Christone Kingfish Ingram,Annika Chambres,Eddie
9V ed altri.Gente che, se ben seguita e ben consigliata,ha un futuro assicurato.Connor Selby entra in questo
cerchio magico dalla porta principale.Un predestinato e brillante talento della scena Blues Rock Inglese. Non
per altro gli UK Blues Award gli hanno riconosciuto ,per ben tre anni di seguito,il premio come miglior artista
giovane.Tutto regolare e tutto meritato.La cosa rilevante della sua musica è la forte ascendenza che hanno
avuto i suoi primi ascolti.Vecchi dischi del Delta Blues, album storici di Clapton e B.B.King, insieme a quelli
dei grandi artisti Soul.Per me Van Morrison su tutti.
Sicuramente il suo maggiore ispiratore.Ascoltate Anyhow e poi mi dide.La bravura di Connor Selby è stata
quella di riuscire ad archiviare nella sua mente ogni nota, senza mescolarle tra di loro,rimodellando un suono
elegante da consumato bluesman.Il giovane esordisce con l’album che porta il suo nome per conto della
Provogue (Bonamassa, Beth Hart,Kenny Wayne Shepherd,Gov’t Mule ecc.) Un disco di Blues Rock che
mette in evidenza il talento di un chitarrista versatile ed efficace. Dieci canzoni,più quattro tracce bonus ,tra
queste una cover di Ray Charles:My Baby Don’t Dig Me.Il disco è costruito molto bene,si nota che c’è stato
un lavoro di squadra non proprio indifferente.Daltronde bisognava stare sul pezzo,visto l’importanza della
Major che gli ha dato fiducia.Come scritto precedentemente le incursioni ci sono tutte.Ballate slow (forse
troppe) e lunghe come If You’re Gonna Leave Me , funky come Falling In Love Again.Il Blues Rock di
Emily e il soul di Show Me A Sign.Un lavoro così completo e fatto bene, non si sentiva da un bel po’.Forse
un vecchio marpione non si sarebbe sparato tutte le cartucce alla prima uscita.Avrebbe centellinato i brani
per una successiva produzione.Come si dice una botte al cerchio e una alla botte.Sono state proprio queste
scelte che mi hanno fatto riflettere e pensare. Il futuro di Connor sarà roseo e mi auguro duraturo.Un debutto
in questi termini è una chiara dimostrazione di coraggio, ma sopratutto di bravura.Quella bravura,indiscusa,
che alla fine ti da sicurezza.Connor Selby è uno da non sottovalutare.
Gianfranco Piria per Co-Municare.

WordPress Appliance - Powered by TurnKey Linux