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Il Gratta e Vinci può diventare una trappola: la storia che ci invita a riflettere. Di Chiara Vergani
È una vicenda che sembra uscita da un film, eppure è accaduta realmente: un uomo ha acquistato oltre cento Gratta e Vinci con la speranza, forse con l’illusione, di cambiare la sua vita. Alla fine, si è ritrovato con una manciata di vincite minime e un saldo finale che lascia l’amaro in bocca. Il suo gesto vuole essere un monito, un campanello d’allarme rivolto a chi, spesso in silenzio, scivola nella dipendenza dal gioco d’azzardo.
In apparenza, il Gratta e Vinci è un passatempo innocuo. Si compra con pochi euro, lo si gratta in un attimo, e il brivido della possibilità di vincere fa il resto. Ma quando il gratta e vinci diventa un’abitudine, o peggio ancora un’illusione sistematica di riscatto economico, allora rischia di trasformarsi in una trappola subdola. Il protagonista della vicenda ha voluto condividere la sua esperienza proprio per questo: mostrare, nero su bianco, che dietro quei biglietti colorati si cela spesso un meccanismo che alimenta illusioni e svuota i portafogli.
L’uomo ha fotografato i suoi biglietti e fatto i conti in modo lucido: oltre cento tagliandi acquistati, con un investimento considerevole. Il risultato? Poco più di qualche euro recuperato. Nessun sogno realizzato, solo una constatazione dura e amara: “Non funziona come ci fanno credere”, ha detto. La sua voce si aggiunge a quella di molti che hanno sperimentato sulla propria pelle quanto possa essere insidiosa la strada del gioco d’azzardo, anche quando si presenta in forme “leggere” e apparentemente innocue.
Il problema, infatti, non riguarda solo chi gioca cifre enormi o finisce nei circuiti del gioco illegale, ma anche il cittadino comune, magari quello che ogni tanto compra un biglietto per “tentare la fortuna”, che finisce per non accorgersi del lento scivolamento verso un comportamento compulsivo.
Questa storia ci invita a riflettere, a guardare con occhio critico le pubblicità patinate che promettono vincite facili, e a sostenere una cultura della prevenzione e della consapevolezza. Il gioco d’azzardo non è mai solo un gioco. Può diventare, se non controllato, una dipendenza silenziosa che svuota tasche, tempo e serenità.
Parlarne è il primo passo e questo uomo, con il suo gesto coraggioso, ha aperto una strada. Sta a noi percorrerla con attenzione.
Scritto da: Marco Naponiello
today21 Maggio 2025 64 2
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