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Lo stress che blocca la mente: come le emozioni influenzano la salute mentale. Di Chiara Vergani.
Spesso pensiamo allo stress come a qualcosa di passeggero: un esame, una scadenza lavorativa, un litigio. Eppure quando lo stress diventa intenso o cronico, non si limita a farci sentire stanchi o irritabili — può avere un impatto profondo sul nostro cervello e sul nostro equilibrio psicologico. In particolare, va a colpire le cosiddette “funzioni esecutive”, ovvero quelle capacità mentali che ci permettono di organizzare il pensiero, regolare le emozioni, prendere decisioni e risolvere problemi.
Una recente ricerca condotta dall’Edith Cowan University ha messo in luce un dato importante: le persone che già convivono con disturbi mentali, come depressione, ansia o disturbo borderline di personalità, sono particolarmente vulnerabili agli effetti negativi dello stress acuto sulle funzioni esecutive. In altre parole, quando siamo già in difficoltà dal punto di vista emotivo, lo stress non fa che peggiorare la situazione, creando un circolo vizioso che può portare a una maggiore sofferenza.
Ad esempio, chi soffre di depressione potrebbe sperimentare un calo drastico della memoria di lavoro — quella che ci consente di tenere a mente le informazioni utili per affrontare una situazione — mentre chi ha un disturbo borderline può vedere ridotto il controllo degli impulsi, rendendo ancora più difficile gestire emozioni intense o reagire in modo adeguato nei rapporti interpersonali.
Talu difficoltà cognitive possono interferire anche con l’efficacia delle terapie psicologiche, come quella cognitivo-comportamentale (CBT), che si basa proprio sulla capacità della persona di riflettere sui propri pensieri e comportamenti per poterli modificare. Se la mente è “annebbiata” dallo stress, questo processo diventa più complicato.
Cosa possiamo fare, allora, per proteggerci? Una risposta arriva proprio dalla consapevolezza: se capiamo quanto lo stress possa influenzare le nostre capacità mentali ed emotive, possiamo attivarci per contrastarne gli effetti. Alcuni strumenti efficaci sono già alla nostra portata.
La mindfulness, ad esempio, è una pratica che aiuta a riportare l’attenzione al presente, migliorando la memoria di lavoro e il controllo dell’attenzione. Non si tratta di “svuotare la mente”, ma di imparare a osservarla senza giudizio, creando uno spazio mentale in cui non siamo travolti dalle emozioni.
Anche l’esercizio fisico regolare ha un ruolo cruciale: camminare, correre, fare yoga o nuotare sono attività che stimolano la neuroplasticità e migliorano l’umore, agendo in profondità sul nostro sistema nervoso.
Una buona organizzazione della giornata può ridurre il senso di caos e favorire una maggiore lucidità mentale. Scrivere le cose da fare, prendersi delle pause, dormire a sufficienza: piccoli gesti che diventano fondamentali quando lo stress rischia di prendere il sopravvento. La salute mentale è sempre più al centro dell’attenzione, comprendere il legame tra stress, emozioni e funzioni cognitive ci permette di prenderci cura di noi in modo più consapevole. Non si tratta solo di “resistere”, ma di imparare a conoscerci, per trovare il nostro equilibrio anche nei momenti difficili.
Scritto da: Marco Naponiello
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