M5S: PARTE DA CAPACCIO PAESTUM LA SFIDA PER IL DISSESTO IDROGEOLOGICO. PREVENZIONE E CONTRASTO
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M5S: PARTE DA CAPACCIO PAESTUM LA SFIDA PER IL DISSESTO IDROGEOLOGICO. PREVENZIONE E CONTRASTO

M5S, PARTE DA CAPACCIO PAESTUM LA SFIDA PER IL DISSESTO IDROGEOLOGICO. PREVENZIONE E CONTRASTO
Il Vicepresidente della Camera dei Deputati Sergio Costa a margine del convegno “Mare e fiumi: tutela e valorizzazione delle nostre acque”: “L’alluvione che ha travolto l’Emilia-Romagna ci impone una riflessione più pragmatica, meno ideologica e necessaria delle esigenze reali”. “Valorizzazione significa in primis tutela. Oggi vediamo che cosa sta accadendo in Emilia Romagna, specialmente lungo i corsi d’acqua. Vuol dire valorizzare il bacino idrografico del territorio, renderlo fruibile ed anche ecocompatibile. Garantire quindi una fruibilità sostenibile. Significa controllare tutto ciò che dai fiumi arriva al mare, a sua volta sostenibile, pulito, utilizzabile. Il meccanismo a reticolo unico deve essere gestito in ottica di sistema, a tutti i livelli della filiera coinvolgendo tutte le varie competenze: in realtà di queste forse ne abbiamo troppe che si interfacciano, con una forte burocrazia. Semplificazione della filiera istituzionale. Per quanto riguarda le norme, sono state emanate quando io ero Ministro nel governo Conte I e Conte II per una maggiore semplificazione, adesso il passaggio successivo è quello di renderle operative. I fiumi sono i più grossi portatori di eventuali problematiche ambientali nei mari per gli scarichi abusivi, per la gestione non corretta.Ne è un esempio il fiume Sarno: un’azione politica in cui abbiamo investito risorse, costruendo il master plan e indicando la via da seguire: è lo stesso processo che si deve implementare in qualsiasi fiume di grosso spessore, penso al medesimo Sele, così da consentire la valorizzazione e lo sviluppo. I fondi ci sono, sono stati apposti e sono nelle casse del Ministero dell’Ambiente. Anche le progettazioni quasi sempre ci sono. E’ il momento adesso di metterle a terra queste cose, di farle vivere, altrimenti rimangono fondi inesplorati, valorizzazioni non sviluppate e sarebbe veramente un peccato perderli ”. A dirlo è Sergio Costa Vicepresidente della Camera dei Deputati e già Ministro dell’Ambiente.“Il bacino idrografico del fiume Sele deve essere tutelato. Le attività inquinanti devono essere neutralizzate e gli scarichi inquinanti trattati come prevede la legge”. Esordisce così la già Senatrice del Movimento 5 Stelle Felicia Gaudiano. “Va potenziata la filiera imprenditoriale agroalimentare necessariamente controllata. Il fiume Sele deve rimanere il bacino idrico inserito in una natura protetta. Una risorsa idrica non inquinata, per la salute e le attività imprenditoriali ecocompatibili della filiera agroalimentare. Quasi l’80% del territorio italiano è a rischio dissesto idrogeologico. I fondi ci sono. Il problema è che ci sono lacci e lacciuoli di natura amministrativo-burocratica che impediscono la spesa. Sono anni che si dice che l’Italia è in emergenza per il rischio idrogeologico. Ogni anno assistiamo a disastri, con ingenti danni, dal Nord al Sud del Paese. Credo sia giusto intervenire in questo modo se si tratta di proteggere il nostro territorio e l’incolumità degli stessi cittadini. Il primo obiettivo è la tutela della risorsa idrica e la lotta al dissesto idrogeologico, da cui derivano i margini per lo sviluppo economico del territorio”. Prosegue la già Senatrice del Movimento 5 stelle Felicia Gaudiano.“Oggi si affronta un tema particolarmente importante e strategico per lo sviluppo di questi territori, un tema su cui Legambiente pone da sempre l’attenzione. Non siamo sicuramente ad un punto felice, per la nostra regione, per il nostro territorio in particolare, dove sempre più, mari e fiumi, emergenze ambientali non sempre vengono trattate dalla politica come ecosistemi e infrastrutture ambientali fondamentali per un territorio. In questi giorni stiamo piangendo le vittime degli allagamenti in Emilia Romagna, e gli episodi climatici, pure estremi, dettati dalla cattiva gestione dell’uomo, anche dalle emissioni che provocano ovviamente cambiamenti climatici, non possono essere accolte come un elemento divino o un elemento naturale che non ha a che fare con le condizioni acuì l’uomo sottopone i territori. Purtroppo la politica è sempre un passo indietro, pronta a piangere i morti e poi il giorno dopo a dimenticarsene e a non investire invece in tutela del suolo, dei territori, mitigazione e rischio idrogeologico e salvaguardia delle aree di compensazione. Abbiamo tanto lavoro da fare e c’è il rischio che i fondi del PNRR, vengano utilizzati in altra maniera, spesso male, spesso sprecati e non per interventi utili e necessari alla salvaguardia dell’uomo e dell’ambiente. Noi dobbiamo pensare che i fiumi arrivano a mare e causano tanti dei problemi della sotto costa e delle nostre acque. Non è un caso che laddove ci sia una foce di un fiume, spesso quella zona diventi non balneabile, proprio perché non si controlla, non si fa abbastanza sul tema dei controlli, della prevenzione e dell’inquinamento rispetto ai corsi d’acqua e ovviamente, il mare è la prima vittima a subire queste situazioni e queste conseguenze. Noi ogni anno tiriamo fuori la nostra classifica delle vele di Legambiente, con touring club”. A dirlo è Valerio Calabrese Responsabile Agricoltura Legambiente Campania. Per parlare di fiumi bisogna iniziare a parlare della fonte, delle sorgenti. Si deve fare gioco di squadra con le idee chiare, dando la stessa importanza a tutte le aree geografiche portando avanti questo discorso in maniera egualitaria ovunque. L’obiettivo è recuperare la qualità delle acque, fronteggiare il rischio idrogeologico e porre le premesse per uno sviluppo economico sostenibile”. A dirlo è Antonio Briscione Presidente della Riserva naturale Foce Sele e Tanagro.