LUCREZIA BORGIA, DUCHESSA DI FERRARA – DI ANTONIO DE CRISTOFARO
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LUCREZIA BORGIA, DUCHESSA DI FERRARA – DI ANTONIO DE CRISTOFARO

Riceviamo e volentieri pubblichiamo, un pregevole articolo di profilo culturale da parte del romanziere campano, il prof.Antonio De Cristofaro,scrittore di  fama nazionale e dotto ricercatore storico, il quale negli anni ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti in campo letterario, che ne fanno un’eccellenza assoluta delle nostre terre.

Siamo certi pertanto, che da questo primo editoriale nascerà in breve tempo una fattiva e fruttuosa collaborazione.

Buona Lettura!

 

Trama:

La vicenda narra la storia romanzata di Lucrezia Borgia dal giorno della sua partenza da Piazza San Pietro a Roma per andare a Ferrara, ove andrà in sposa all’erede al ducato di Ferrara Alfonso I d’Este.
La storia viene raccontata attraverso le vicende personali della vita quotidiana di Lucrezia alla corte estense. Le gioie e le delusioni della protagonista si intrecciano in modo avvincente con continui richiami al passato che riflettono uno spaccato della società rinascimentale dell’Italia alla fine del XV secolo e dell’inizio del XVI secolo.
Accostandosi al personaggio tanto chiacchierato della protagonista, l’autore tende a delineare una storia molto diversa da quella tramandata dalla tradizione storica più acclarata.

 

Recensione a cura di Chiara Guidarini

Quante donne, nella storia, possono vantarsi di essere figlie di un Papa? E quante, soprattutto, sono state riconosciute dal Papa stesso? Una sicuramente è lei, Lucrezia, figlia di Rodrigo Borgia, ovveroPapa Alessandro VI. In un’epoca in cui i Borgia tentavano di imprimere il loro marchio e conquistare ilmondo politico e quello religioso, Lucrezia è stata una pedina importante nelle alleanze dinastiche che avrebbero aumentato il prestigio eil potere papale.

Nello scenario del cinquecento italiano, laddove le grandi e nobili famiglie avevano raccolto svariati comuni sotto la propria egida e dove a Ferrara regnava la famiglia degli Estensi, ha inizio la storia di questa donna controversa, etichettata come “avvelenatrice” e restituita all’era moderna come modello di grazia e bellezza.

“da tutto il suo essere traspariva la sua intima soddisfazione, respirava a pieni polmoni la sua potenza e onnipotenza. In fondo, quel matrimonio celebrava la sua gloria più che la gioia della figlia.”

Lucrezia ci viene così presentata, vista dagli occhi del padre, il Papa, che l’osserva partire in sella a un cavallo riccamente bardato, splendida nella divisa bianca da amazzone. Ma è la propria figlia, quella che guarda Alessandro VI, o la propria ascesa a un potere ancor più grande?

L’autore fa parlare i personaggi, li fa vedere l’uno dagli occhi dell’altro: ecco allora Vannozza, la madre di Lucrezia, che osserva il padre ed esprime il suo personale giudizio; Alessandro VI non è più l’imponente Papa, il potenteelevato al soglio pontificio, ma un uomo al tramonto dei suoi anni.

La narrazione si sposta poi su Lucrezia, sul tragitto che compie da Roma a Ferrara, sulle varie tappe, sull’accoglienza riservata, i pasti, la tintura per capelli… in un unico capitolo l’autore condensa molte curiosità sondando varie zone di passaggio e senza lasciare nulla al caso o all’immaginazione del lettore, fino all’arrivo a Ferrara e al letto di Alfonso d’Este.

Figlio di Ercole I, Alfonso è l’erede del ducato estense, ma più di tutti Lucrezia teme la cognata, Isabella, marchesa di Mantova. Il conflitto tra le due donne è forte e silenzioso e Isabella ne esce molto diversa da quello che è l’immaginario collettivo, che la vede seria e fredda anziché seducente e impulsiva. Il legame tra Isabella e Lucrezia muta nella narrazione ma non ci è spiegato come mai: probabilmente si tratta di un cortese rispetto reciproco maturato durante la sana corrispondenza intrattenuta.

In questo libro, nulla è lasciato all’immaginazione: l’autore trasporta e trascina il lettore con sé facendogli vivere ogni istante della vita della giovane protagonista. Occhiate, sguardi, idee e dialoghi sono descritti nei dettagli, in modo da avere un quadro complessivo delle vicende private di Lucrezia. La vita degli estensi viene raccontata attraverso i dialoghi, come pure le varie particolarità legate al castello, all’appartamento concepito per Lucrezia.

“Lei sapeva nel suo intimo di non essere quella Messalina che le cronache avverse alla sua casata amavano dipingere in giro per le corti italiane; avrebbe amato il marito di un amore sincero, devoto e fedele, gli avrebbe dato una numerosa prole, figli forti e coraggiosi come era nella tradizione delle due famiglie che attraverso di loro si erano unite.”

 Ma come mai Lucrezia era così mal vista? Giovane, bella, raffinata, figlia di Papa, eppure c’è un ombra nel suo passato.  L’autore ci svela fin dalle prime pagine che il precedente matrimonio con uno Sforza ha subito l’annullamento, e che la presunta causa non sia stata proprio così effettiva; ecco che Lucrezia viene bollata, e additata, come “Messalina” e fin dalle prime battute anche Alfonso pare nutrire qualche dubbio sulla sposa.

Come se non bastasse il secondo matrimonio con un altro Alfonso getta l’ennesimo velo d’ombra sulla ragazza che viene vista come complice dell’assassinio del marito da parte del fratello Cesare.

A dispetto di quanto narrato nella serie TV dei “Borgia”, qui abbiamo un’inversione di ruoli: Alfonso scettico ed Ercole I affascinato dalla nuora, cosa invece che non avviene nella serie citata. Le cronache descrivono Ercole I come un militare, abile nel tenere il piede in due staffe; nelle battaglie tra Calo VIII e Luigi XII egli cercò di non essere coinvolto, o di mandare un figlio in uno schieramento e l’altro in quello opposto. A lui si deve l’attuale aspetto che ancora caratterizza Ferrara; era un uomo sicuramente di grande forza morale che nelle descrizioni del libro appare compiacente e quasi “stregato” dalla bellezza di Lucrezia o dall’improvviso rafforzamento della sua posizione essendosi imparentato con Papa Borgia.

“Penso che se io morissi e che con i miei mali finisse il desiderio un amore così grande si spegnerebbe e il mondo intero rimarrebbe senza amore (Lucrezia Borgia)”

Non si tratta di una storia romanzata in quanto i sentimenti ci vengono svelati a piccolissime dosi; il romanzo tende piuttosto a essere una cronistoria della vita intima di Lucrezia, descrittacon dovizia di particolari, usando un linguaggio fresco e moderno che a volte tende a contrastare un po’ con gli usi dell’epoca senza però risultare fastidioso o esagerato. La vita di tutti i giorni viene descritta in maniera esaustiva: dal cibo, alle pietanze, ai gusti, agli odori e gli aromi fino agli arredi; dalla toilette alle passeggiate a cavallo, agli abiti, alle acconciature.Tutto quello che è storico rimane nella storia; è la vita di Lucrezia a interessare il lettore questa volta. L’ansia per il marito lontano, il desiderio di arredare la loro alcova, i grandi lavori di sistemazione voluti da Lucrezia per compiacere il marito e, alla fine, la vita politica di Ferrara riempiono gran parte delle pagine di questo romanzo che, nella sua semplicità, racconta la vita di una donna e di una corte, dipingendo un quadro d’epoca capace di incuriosire e invogliare alla scoperta della macrostoria che caratterizza le due grandi famiglie dei Borgia e degli Estensi.

 

Cenni biografici di Antonio De Cristofaro

Antonio De Cristofaro nasce 16/04/55 a Bellona in provincia di Caserta, studia e si laurea all’Istituto Orientale di Napoli in Lingue e Letterature Straniere Moderne, indirizzo europeo, specializzandosi in lingua inglese e francese.

Dopo la laurea si trasferisce a Milano dove inizia ad insegnare sia lingua inglese che francese.

Tra le sue passioni c’è la lettura e la scrittura, però, arriva molto tardi alla pubblicazione del suo primo racconto dal titolo:”Vite spezzate, il sogno e la memoria” avvenuta nel 2007.

Il lungo racconto ottiene un riconoscimento piazzandosi terzo al Concorso Letterario Internazionale della città di Savona.

All’inizio 2014 pubblica il suo primo romanzo:”Giada”. Il romanzo si classifica sesto nel concorso letterario internazionale “Pegasus” città di Cattolica.

Sempre con lo stesso romanzo viene premiato al concorso letterario internazionale “Montefiore” con il premio speciale:”Il porticciolo”.

Ancora con il romanzo “Giada” viene insignito della targa “Paris” al premio letterario “World LiteraryPrize, prima edizione 2015.

Nel gennaio del 2016 pubblica il suo secondo romanzo dal titolo:”Linganno” per la casa editrice Silele Edizioni.

Nel marzo del 2017 pubblica il romanzo:”Il perdente” per la casa editrice Letteratura Alternativa Edizioni, già premiato nella categoria inediti alla prima edizione del premio letterario Milano International.

Nell’agosto del 2019 pubblica il suo ultimo romanzo dal titolo:”Lucrezia Borgia, duchessa di Ferrara”, sempre con la casa editrice Letteratura Alternativa Edizioni.

Il romanzo è stato premiato al concorso letterario Michelangelo Buonarroti 2019, indetto dall’Associazione Arte per Amore, classificandosi come primo tra i romanzi a tema storico.

L’ultima suaopera:”Cesare, l’uomo che cambiò Roma”, verrà pubblicata dalla casa editrice Santelli Editore. La pubblicazione del libro è prevista per l’autunno del 2020.

Vive a Corbetta in provincia di Milano, è sposato ed ha un figlio.

Antonio De Cristofaro

Via Vecchia Postale, 6/A

20011 Corbetta, (MI)

0290276095 – 3470747247

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