Salerno “26 – Tribute to the twenty-six dead women”-Domenica 10 luglio ore 20.00, area archeologica etrusco-sannitica di Fratte
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Salerno “26 – Tribute to the twenty-six dead women”-Domenica 10 luglio ore 20.00, area archeologica etrusco-sannitica di Fratte

Il 10 luglio, alle 20,00, nell’ambito del progetto “Lo spirito dei luoghi” organizzato dalla Provincia di Salerno, nell’area archeologica etrusco-sannitica di Fratte, a cura di Casa della poesia, verrà ripresentato a Salerno “26 – Tribute to the twenty-six dead women”. Il testo di Giancarlo Cavallo, proposto nella forma di “lettura partecipata” ossia con il coinvolgimento diretto del pubblico nella lettura dell’opera, è dedicato alle 26 donne morte nel Mediterraneo e sbarcate a Salerno il 6 novembre 2017 e con esse a tutte le vittime della tragedia immane dell’immigrazione.
Afferma l’autore: “Se una voce nel cuore della notte, tra veglia e sonno, ti ordina di scrivere, non puoi fare altro che obbedirle. Così, quasi di getto, sono nate le prime due parti e poi, in una specie di trance, sono arrivate le altre. A me non è rimasto che il montaggio e il lavoro di lima. Mi sono anche chiesto se fosse giusto che io, maschio, bianco, agiato, parlassi per loro, donne, nere, spinte dal bisogno ad affrontare un viaggio che comportava un rischio mortale. Ma credo che siano state loro, dopo oltre due anni, quando il silenzio stava per richiudersi, come quel mare fatale, per sempre su di loro, ad avermelo chiesto. Quindi ho scritto per loro, che parlano per tutti noi, chiedendoci di restare umani.”
Scrive Gianluca Paciucci nella postfazione al libro: “Il 6 novembre 2017 una nave spagnola attracca al porto di Salerno con quattrocento persone migranti a bordo tra cui 26 cadaveri di donne, “presumibilmente nigeriane” tra i 14 e i 18 anni, presumibilmente annegate: “il barcone è affondato e le donne purtroppo hanno avuto la peggio, in quanto soggetti più deboli”, si legge in un dispaccio dell’ANSA. Un numero, il 26, che diventa il titolo del poemetto di Giancarlo Cavallo: 26. Tribute to the twenty-six dead women. 26 grani neri e femmina di un rosario che il poeta vuole sgranare in preghiera laica e perciò religiosissima (…).”
Un evento imperdibile, una cerimonia collettiva, la costruzione di una comunità che non vuole dimenticare, né ignorare.
Vi aspettiamo dunque il 10 luglio nella tiepida serata d’estate all’area archeologica di Fratte.