CRISI OSPEDALIERA AD EBOLI E PROSPETTIVE FUTURE: LA DISAMIINA DEL DOTT. LAZZARO LENZA
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CRISI OSPEDALIERA AD EBOLI E PROSPETTIVE FUTURE: LA DISAMIINA DEL DOTT. LAZZARO LENZA

SALOMONE SI È FERMATO A BATTIPAGLIA
Cosa farebbe un buon padre di famiglia se avesse a disposizione risorse economiche per la crescita di due figli? Penso che dividerebbe equamente le risorse offrendo ad entrambi le stesse opportunità. Su 125 milioni disponibili per adeguamento delle strutture ospedaliere esistenti, 100 milioni andranno a Battipaglia e 22 milioni per il nostro vetusto nosocomio. Non mi pare un comportamento equo, tenuto anche conto che negli ultimi 30 anni di occasioni di crescita a Battipaglia ne siano state date tante, e si vede. La questione è meramente politica e noi operatori sanitari non possiamo che essere felici per il potenziamento delle strutture del nostro territorio, Battipaglia o Eboli che sia. Ma non posso non rappresentare la mia amarezza circa la scelta di negare alla mia città un’occasione, forse l’ultima, di crescita economica e sociale, perché, è inutile negarlo, un ospedale importante è grande attrattore di indotto economico. Negare ad Eboli questa opportunità equivale a dire: arrangiatevi!!
Poi un’altra considerazione, un altro motivo di amarezza. Constato che la politica non riesce a prendere decisioni coraggiose che siano in grado di cambiare veramente la vita e le prospettive future dei territori. E mi spiego. Comprendo l’opportunità e l’urgenza di spendere soldi già stanziati ma non posso non sottolineare che questa spesa non risolve il problema della duplicazione dei servizi ospedalieri e dell’offerta di prestazioni sanitarie in linea con i tempi e in grado di limitare la piaga della emigrazione sanitaria senza sacrificare reparti, competenze, servizi e personale di uno dei due ospedali. Eboli sa bene questo che cosa significa avendo subito già la perdita di ginecologia, polo nascite e pediatria. Un grande e nuovo ospedale, costruito sulle reali esigenze dei nostri territori, sarebbe l’unica soluzione in grado di fronteggiare la fuga di pazienti verso le regioni più attrezzate quali Lombardia, Lazio ed Emilia con i loro mega policlinici trasformandosi nel contempo in una grande occasione di crescita economica e sociale che deve essere riservata ad Eboli senza se e senza ma.
Con queste scelte, questa opportunità temo sia definitivamente tramontata e, con le dichiarate esigenze di limitare la presenza in Campania di strutture complesse, per Eboli e il suo ospedale non possiamo fare altro che cominciare a scrivere il de profundis. Che fare? Non ci resta che compattarci al fianco del nostro sindaco che non va lasciato solo nella battaglia contro chi ha deciso che Eboli può solo imparare ad arrangiarsi.
Ci vediamo domani sera amici miei.
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