Estate ebolitana 2022: Per il PD un bilancio fallimentare
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Estate ebolitana 2022: Per il PD un bilancio fallimentare

L’estate sta finendo e, purtroppo, quella ebolitana è stata una totale debacle.
A dispetto delle promesse della campagna elettorale, delle comunicazioni social ossessivo- compulsive di alcuni Amministratori e dei manifesti fotoshoppati del nostro Litorale, nulla ha funzionato.
Sulla Marina di Eboli hanno regnato incuria, sporcizia, degrado ed insicurezza.
La prostituzione, lo spaccio indisturbato ed i parcheggi abusivi sono stati i veri testimonial dell’estate ebolitana; con loro il mare sporco – sporco almeno quanto i tratti di spiaggia libera e di pineta – l’assenza di una spiaggia attrezzata per le persone con disabilità e la mancata predisposizione di un servizio di salvataggio.
In città le cose non sono andate meglio. Spazzatura, odori nauseabondi, erba alta sono stati equamente distribuiti tra centro e periferie.
L’assenza totale di eventi culturali, sportivi e di intrattenimento ha poi penalizzato severamente l’indotto commerciale e fatto spostare cittadini e denaro verso comuni limitrofi ben più attivi e vivaci.
Non è andata in vacanza, invero, nemmeno la delinquenza che ha continuato ad imperversare sul territorio in un’escalation di schiamazzi, vandalismo, microcriminalità, fino alle rapine a mano armata in pieno centro.
Le soluzioni non arrivano. L’amministrazione Conte, al solito, o sceglie di non scegliere o si determina senza il coinvolgimento dell’organo Consiliare né di altri interlocutori istituzionali.
E così è stato, ad esempio, su una suddivisione d’ambito particolarmente “attenzionata”, sulla lista dei ristori Terna, sugli orari di lavoro dei vigili urbani… fino all’ultimo pasticcio in termini di gravi disagi e disservizi della viabilità di via Gonzaga.
Un’Amministrazione, dunque, inerte o divisiva. Scattante solo quando, con toni spesso lontani dal decoro istituzionale, inveisce contro esponenti dell’opposizione colpevoli di svolgere il ruolo che l’elettorato gli ha affidato.
Ad onor del vero l’estate ha anche omaggiato il Partito Democratico di una “tregua”, durata giusto il tempo che si intendeva utile a coltivare non una mera candidatura – si badi – per Federico Conte, ma una sua elezione certa.
Tuttavia, a fronte della mancata certezza matematica sul “posto fisso” all’onorevole di famiglia, la tregua è terminata; ricominciano così tempestivamente gli insulti e gli attacchi personali, le invettive al Partito “del cuore di papà”; il tutto sorvolando sulla propria storia e marciando in direzione ostinata e contraria alle proprie dichiarate ideologie e all’amore decantato per il proprio territorio.
L’estate sta finendo. Per fortuna.

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