“Dal sognato al vero”: di Sara Carvone
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“Dal sognato al vero”: di Sara Carvone

Siamo lieti di iniziare una fattiva collaborazione con la giovane pluripremiata intellettuale e letterata sarda, Sara Carvone, firma prestigiosa de “Il Saggio” di Eboli, nota casa editrice fondata nel 1988 dal cav. Giuseppe Barra. 

Si può avverare tutto, purché gli si corra dietro 

Quante volte da bambini esordivate con frasi cariche di speranze verso l’occupazione futura che avreste voluto intraprendere da adulti? C’era chi voleva diventare dottore, chi astronauta e chi ancora – un grande classico – il veterinario. Non tutti però avevano le idee chiare su che svolta dare alla propria vita e anzi, più si cresce, più sembra di smarrirci: nell’età dell’adolescenza cominciamo a scontrarci coi problemi attuali di tutti i giorni.  Io appartenevo a questa categoria e se mi si chiedeva cosa volessi fare per vivere, mi guardavo attorno con sorriso incerto quasi a cercare l’aiuto di qualcuno che potesse rispondere al posto mio. Perché non è facile, soprattutto al giorno d’oggi, sapere quale sarà la svolta che vuoi dare alla tua esistenza. Vengo da un luogo in cui le aspettative non sono molto rosee, un luogo dove chi non ha continuato gli studi non ha quasi possibilità di scelta. Purtroppo la realtà sarda è questa. Al Pacino, nei panni di Carlito Brigante in Carlito’s Way disse: «Non ci resta tanto tempo. Il sogno non diventa realtà da solo: bisogna corrergli dietro.» E io mi sono ritrovata a fare proprio questo dopo aver maturato relativamente tardi di averne uno, rincorrere il sogno di diventare scrittrice. Come potete ben immaginare, non è qualcosa facilmente raggiungibile ma da qualche parte bisogna pur cominciare. Incoraggiata da mia sorella ho partecipato ad un concorso letterario a tema natalizio e questo mi ha aperto varie porte, consentendo ad alcuni editori di trovarmi e di invitarmi ad inviare le mie opere ad altre iniziative letterarie, molte rivolte alla categoria poetica che – udite udite – mi recludevo con forza, convinta di non saperle scrivere. In questo scenario conosco un tale, un certo Cav. Peppe Barra direttore della casa editrice Il Saggio. Decido di partecipare alle sue iniziative, tutte quante, con varie poesie ed arrivano i primi risultati inaspettati: prima alla XII edizione de “Il Saggio – Auletta Terra Nostra”, dopo al “Il Saggio – Città di Eboli”. Per la prima volta da quando ho cominciato a scrivere mi sono sentita apprezzata sia sul piano lavorativo, sia su quello umano. Ma non solo.Il primo incontro avvenuto ad Auletta mi ha messo in contatto non solo con la realtà letteraria e i suoi vari circuiti ma anche con persone meravigliose, ricche di esperienze e sempre pronte a dare consigli o raccontare aneddoti ai più giovani. Rammento ancora con quanta benevolenza mi accolse Peppe sapendo che giungevo dalla Sardegna, nacque così una solida e sincera amicizia che sfociò anche in collaborazione poiché mi propose di contribuire alla rivista mensile del Saggio coi miei articoli sulla Sardegna. È stato come entrare a fare parte di una grande famiglia. Poiché quando si partecipa ai concorsi o si entra a far parte della redazione del Saggio, è proprio questo che si percepisce: familiarità. Mai potrei dimenticare i caldi sorrisi della poetessa Giuseppina Giordano e tanto meno la meravigliosa Stefania Siani, non solo compositrice di liriche stuoende ma artista di una bravura encomiabile e – come loro – tanti altri. Torno a casa con un bagaglio culturale arricchito e una splendida targa che attesta la mia posizione all’8˚ posto con la composizione “Riflessi”. Quando ho visitato Eboli invece sono rimasta rapita dalla città e dalla sua storia, in particolare dei suoi monumenti antichi come se fosse perennemente in bilico tra passato e presente, con echi di voci appartenenti a personaggi lontani smarriti tra i suoi vicoli.Qui arrivano altri due premi inaspettati per la poesia “Speranza”, conferiti rispettivamente dalla Giuria e dalla Fondazione Fra Umile Fidanza. Partecipo anche al concorso letterario “Quis ut Deus San Michele Arcangelo” di Olevano sul Tusciano, a cui sono molto legata e riesco a rientrare per ben due volte, due anni di fila ottenendo un diploma di merito per la poesia “Celeste Protettore” e la classificazione al primo posto con “L’Araldo di Michele”. Dopo sopraggiunge anche il concorso di Gaeta Perla del Lazio, sempre per due anni di fila, con le liriche “Mare” (diploma di merito) e “L’Oceano delle memorie” (premio della giuria). Insomma, un vero e proprio crescendo di premi e soddisfazioni personali che continuano a susseguirsi di anno in anno. Per la prima volta ho partecipato con una poesia in vernacolo che trattava il tema degli incendi, un problema che affligge la Sardegna da tempo immemore e che, di anno in anno, si intensifica sempre più rovinando la nostra bellissima Isola.  Questo dimostra che i sogni – anche se con lentezza – si possono realizzare purché si rimanga sempre attivi e non ci si arrenda di corrergli dietro. 

 

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