Olevano sul Tusciano: L’arco del castello abbattuto da teppistelli e le cause di un turismo che non decolla.
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Olevano sul Tusciano: L’arco del castello abbattuto da teppistelli e le cause di un turismo che non decolla.

Di Vittorio Campagna

Nel mese di novembre scorso, frutto di vandalismo giovanile, è stato abbattuto l’arco più a vista del castello longobardo di Olevano sul Tusciano. I teppisti sono stati individuati e la Procura di Salerno ha aperto un fascicolo a loro carico e ha avviato le indagini per approfondire anche le cause che hanno indotto i giovani indagati a tale scempio.

Il comportamento giovanile, e non solo, per tali atti vandalici parte da lontano e affonda le sue radici nella scarsa incidenza d’inculturazione storica e nella mancanza d’amore per il proprio paese. Olevano è uno dei paesi del “Parco dei Monti Picentini” con minor attività turistica pur essendo, forse, il più ricco di storia e di arte, avendo luoghi e storia di vita vissuta millenaria; basti ricordare la Grotta dell’Angelo con le septem altaria e gli affreschi del XI-XII secolo, al già citato castello, alla “tenuta” arcivescovile di Santa Maria a Corte, e altri luoghi storici, ma tutti abbandonati al loro destino.

In data 14 febbraio 2014, prot. n° 1286 suggerii, con una lettera, all’Amministrazione Comunale alcune iniziative a difesa dei beni culturali; fra l’altro scrissi: <<Recinzione ad hoc, con presenza periodica di personale dei nostri altri monumenti più importanti (castello: n.d.r.) , anche in quelli di località privata>>; mentre nel libro <<L’Assenza del turismo in Olevano sul Tusciano. Perché?>> ne specificai persino i mezzi e i modi.

Per la Grotta, suggerii il ripristino della figura “mitica” dell’Eremita per la Grotta, dove non di rado avvengono furti; per ultimo in ordine di tempo, gravissimo, il trafugamento, sembra con un elicottero, persino  del portone di bronzo, appena donato da un privato devoto, mentre erano in corso i lavori di messa in sicurezza dell’ingresso dello Speco.

Per quanto riguarda il “Castello”, proprio perché isolato, avevo suggerito recinti e guardaboschi che perlustrassero il perimetro del maniero regolarmente come in passato, da scoraggiare i malintenzionati. Eppure, la Regione Campania nel 2015-16 aveva stanziato ben 272.000€! Una buona risorsa possono essere i fruenti del “Reddito di Cittadinanza” per utilizzarli in servizi socialmente utili e che possono essere inseriti in servizi di sorveglianza turnificati, o comunque nel campo dei beni culturali.

Infine, suggerii di recintare Santa Maria a Corte, e altri monumenti, per evitare il facile ingresso di teppistelli che “rompono” col solo gusto di danneggiare, senza capirne il perché.

Comunque, a niente serviranno le precauzioni su accennate se non ci sarà l’inculturazione storica e l’amore per il proprio paese; non a caso, nello stesso libro, avevo persino suggerito “Un convegno semestrale di storia olevanese” con l’invito di Professori Universitari, con il coinvolgimento di ragazzi di scuola media. Dopo quattro anni dalla proposta non c’è stata alcuna “Associazione culturale” (in Olevano se ne contano a decine), né ”Amministratori”, né qualche eminente “Professore” che desse inizio a tale progetto.  Allora, il “critico storico” locale (lo scrivente: n.d.r.) prese l’iniziativa a organizzare tale “percorso culturale”, ma senza grande successo perché il progetto si arenò al “Secondo Convegno”, a causa dello scoppio di una “battaglia legale” (due processi penali a mio carico, sin dal 2013) per aver contestato come “critico storico”, gli scritti di un Accademico locale, Prof. Alessandro di Muro. Per fortuna, almeno per il primo round (la prima causa) il Giudice ha assolto (Sent. n° 560/2020 Vallo della Lucania) con “Formula Piena” lo scrivente, avvalorando i suoi scritti e la sua critica; ma nel frattempo dovrò difendermi nel secondo processo, un po’ più subdolo del primo, presso il tribunale di Salerno. La domanda da posi è questa: <<Perché ricorrere al tribunale per discutere di “storia”?>>. I convegni non sono sorti per i confronti culturali? Fino quando si lotterà “a chi ne sa di più” in sedi sbagliate (tribunali), la cultura languirà; i ragazzi resteranno ignoranti, e l’educazione civica legata alla “Storia” resterà solo una nozione senza contenuto a danno…dei monumenti.