“Gli occhi del cuore”, tra il sogno e l’incanto : il Racconto di Laura Avella
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“Gli occhi del cuore”, tra il sogno e l’incanto : il Racconto di Laura Avella

 

Ulisse non si fece ripetere due volte di dover chiudere la porta , arrivava troppo vento dalla terrazza affacciata sul mare. Le giornate estive erano trascorse in armonia e gli amici di sempre erano arrivati uno ad uno a ripopolare le case disabitate da un anno. Ognuno di loro , in vena di allegria , voleva trascorrere vacanze in sintonia con il gruppo di sempre, trovare l’amore estivo e ricaricarsi per l’autunno in città.
Paola tardava ad arrivare ed Ulisse non aveva avuto il coraggio di chiedere agli altri che fine avesse fatto il suo grande segreto amore. Così trascorreva le notti a sognarLa, anzi si imponeva di immaginare la sua sagoma e sembrava sentirla ridere felice sul pedalò. Tante estati passate insieme in riva al mare a raccontare le vicende belle e brutte di un anno intero. Qualcuno aggiungeva note colorate, fin troppo, per sembrare reali.
Il fuoco acceso a ferragosto apriva il cuore dei più inquieti , e con un sorso di birra in più e un po’ di canzoni strimpellate ,si abbandonavano all’eros represso. Le ragazze non si annoiavano ad ascoltare i racconti beceri di qualche bontempone e ridevano di gusto per le barzellette più scurrili.
Ulisse ricordava quando , negli anni precedenti giorni passavano in fretta , e in previsione della fine delle vacanze , Paola diventava sempre più triste , Ulisse quando si rendeva conto di questa malinconia le prendeva la mano delicata.
La tristezza arrivava l’ultimo giorno di sole, perché si sa d’estate piove quando meno te lo aspetti. Corse folli dalla riva fino a casa , costumi bagnati e teli inzuppati dai goccioloni . Ulisse restava sempre indietro , cercava di recuperare le proprie cose e le avrebbe dovute riconoscere tra il caos lasciato dagli amici nella improvvisa fuga.
Qualcuno tornava indietro per accompagnarlo a casa ,preoccupandosi che non gli venisse la febbre o il raffreddore.
Anche quell’anno è giunto ferragosto e sembra sentire nell’aria Michele, con il tipico rumore della sua corsa con gli zoccoli, arriva e prende la mano di Ulisse , in quel momento sentì nell’aria un profumo familiare di un fresco aroma di agrumi e cannella. Allora non era stato un brutto sogno la sera prima , Paola era arrivata.
Michele lo abbraccia nel porge una lettera , e Ulisse si accorge che il profumo proviene dai fogli ruvidi di carta Amalfi .
Posso restare? vuoi rimanere da solo?
Ulisse fece cenno con il capo, mentre il suo dito sfiorava con una lieve pressione il foglio punteggiato, e le lacrime di delusione solcavano il volto impallidito .
A quel punto l’amico aveva intuito che nulla sarebbe stato come prima. Le lacrime dell’amico testimoniavano un triste destino per l’amica Paola?
A quel punto Ulisse , che aveva navigato solitario nell’oceano del suo amore, senza mai rivelarlo all’amica , lei nella lettera confidava lo stesso sentimento. Non aveva rivelato la malattia che l ‘avrebbe resa cieca ,e non voleva rendere infelice l’esistenza di nessuno , tanto meno di un amore intimo e anch’esso sfortunato.
Chiude la lettera con una frase , ed a Ulisse sembrava sentirla ancora ridere di gusto:
Avrei potuto fare ironia sui nostri destini ed avrei voluto dire tante volte : l’amore è cieco .
Eppure caro amico
#Oggi quando leggerai la mia lettera ti accorgerai che abbiamo dato i nostri occhi al cuore per sempre.