Vaccino contro coronavirus a breve?
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Vaccino contro coronavirus a breve?

È quanto hanno riportato i quotidiani di ieri, 2/4/2020. Il ricercatore italiano Andrea Gambotto che lavora nel team dell’Università di Pittsburg, insieme ai suoi colleghi, ha effettuato i primi test suoi topi contro il Covid 19. Le cavie vaccinate producono una serie di anticorpi specifici contro il virus. Come riporta Vito Salinaro di “Avvenire.it” il vaccino << Si chiama “PittCoVacc”, che sta per Pittsburgh CoronaVirus Vaccine, ha l’ingombro di un cerotto delle dimensioni di un polpastrello e, nei topi, in due settimane ha prodotto anticorpi specifici per il Sars-CoV-2 “in quantità ritenute sufficienti a neutralizzare il virus”>>; un tipo di vaccinazione potenzialmente semplice ed economica da poter produrre su vasta scala. <<La nuova procedura – riporta il Salinari – ha guadagnato la pubblicazione su eBioMedicine>>, dandone ufficialmente un carattere “scientifico ufficiale”, veicolo principale per il permesso alla sperimentazione sull’uomo.

 

Lo stesso ricercatore italiano Andrea Gambotta, come riporta il Salinari, ha spiegato lo svilupparsi della sperimentazione, <<Abbiamo lavorato in passato con l’epidemia di Sars-CoV, nel 2003, e MersCoV nel 2014 – afferma Andrea Gambotto, origini pugliesi, coautore dello studio, in forza al Dipartimento di genetica molecolare e biochimica dell’Università di Pittsburgh -. Questi due virus, strettamente connessi al Sars-CoV-2, ci insegnano che una particolare proteina, chiamata spike, è importante per indurre l’immunità contro il virus. Sapevamo esattamente dove combattere questo nuovo virus>>. Ci possiamo aspettare entro l’anno che il vaccino possa essere prodotto e somministrato all’uomo.

 

Per la cronaca, Andrea Gambotta è originario della Puglia, ha studiato al liceo scientifico di A. Scacchi di Bari e si è laureato all’Università degli studi di Bari in medicina nel 1994.

È un’altra nostra eccellenza in campo scientifico tutta italiana che, come tanti, ha dovuto emigrare all’estero per mettere a frutto le sue capacità. I governi italiani, d’ora in poi, dovranno prestare più attenzione alla ricerca scientifica e alla sanità se si vuol conservare dell’Italia l’”idea” di “Grande Paese”, oltre che bello.