Quando un articolo di prima pagina afferma la “valenza” di un quotidiano
Media-Giornali

Quando un articolo di prima pagina afferma la “valenza” di un quotidiano

di Vittorio Campagna

Non posso non commentaredue “modiscribendi”, fra i tanti, definiti imbarazzanti ed esilaranti dai lettori, abusati da testate giornalistiche nazionali, come“storpiare” i nomi dei ministri in carica e riportare notizie di scarso valore in prima pagine, per scopi non certo informativi.

Già di recente avevo criticato un “quotidiano”che aveva alterato una notizia sul palazzo storico di Roma venduto, pur legalmente, ai Benetton, screditando una fazione politica a danno di un’altra, che pur governavano insieme; ora, se ne aggiungono altre che non fanno onore agli articolisti e ai giornali per i qualiscrivono.

Entrando nel particolare circa il modus scribendi dell’ultima generazione giornalistica abbiamo dueesempi su tutti, di recente pubblicazione.

  • È da qualche tempo che il nome del Presidente del Consiglio Giuseppe Conteè, per partito

preso, storpiato in “Giuseppi”, che fu un errore di pronuncia del presidente americano Trump di due anni fa. Lo storpiamentoè sistematico, al punto tale che i lettori di questi giornali, molto vicini alla destra, anche nei bar e sul web lo appellino, appunto, “Giuseppi”, da far dimenticare il suo vero nome di battesimo.Di recente ho potuto leggere la “storpiatura”il 7/8/2020 (ma non sarà stata l’ultima), da parte di Maurizio Belipetro, direttore de “La Verità”; il quale, sulla soprascritta del suo articolo di fondo dal titolo: <<Fanno confusione persino con i sessi>>, lo riappella con la dicitura: “Giuseppi& c.”. Non cito l’articolo principale, dove il Presidente del Consiglio è definito “Un occultatore di documenti” senza un minimo riguardo; come se codesto giornalestesse combattendo una guerra personale col nostro Primo Ministro. Stimo il direttore de “La Verità”; ma ritengo il suo “modus scribendi” non sia del tutto deontologico perché la dignità della persona, specie se è un rappresentante politico del nostro Paese, è sempre da salvaguardare.L’altro ieri, 14/8/2020 si è aggiunto anche il “Giornale.it, di Sallusti, a firma di Valeria Braghieriche in un  articolo sulla fidanzata di Conte (solo gossip), lo menzione per ben 4 volte “Giuseppi”. Il problema non è più politico, ma di etica-deontologica giornalistica. A questo punto dovrebbe intervenire l’Ordine dei giornalisti per il rispetto delle istituzioni.

  • Titoli da “giornalettidi quartieri comunali”, ritenuti “nazionali”, che creano soloilarità

nel lettore, come è emerso in anticipo durante la trasmissione televisiva: “In Onda” (La7) venerdì 6/8/2020.Durante codesta trasmissione il direttore responsabile di ‘Libero’, Pietro Senaldi, ha annunciato la “prima pagina” del suo quotidiano del giorno dopo, scatenando imbarazzonei conduttori, Luca Telese e David Parenzo.

Il direttore dichiara: <<Abbiamo un inviato a Lampedusa e la testimonianza di un imprenditore agricolo, che dice: “Gli immigrati sono allo sbando, mi hanno mangiato la capra, le galline, e pure quattro cani”>>. Parenzo definisce “imbarazzante” la notizia annunciata da Senaldi, mentre crea “ilarità” interiore in Telese; i qualihanno fatto persino finta di non aver sentito, prendendola come una battuta. Il direttore di Libero, invece, rincara la dose e ribatte; “Questa è la scuola di giornalismo: “Il cane che morde un uomo, non è una notizia”; ma l’uomo che mangia il cane è una notizia”, dando valore, a suo dire, all’articolo, contro l’evidente impaccio dei due conduttori.

Ritengo, come molti, che il direttore di Libero, cui va la mia stima, non si è reso conto che un tale articolo avrebbe favorito atteggiamenti allarmanti e destabilizzanti nella popolazione isolana. È come se avesse scritto: <<Gli immigrati sbarcano, invadono come zombi la Sicilia e come orde fameliche assalgono fattorie uccidendo e divorando tutto quello che trovano sulla loro strada, anche i cani>>. Un articolo del genere crea panico nella popolazione; può spingere il popolo alla rivolta; o, peggio ancora, creare un odio criminale nei lampedusani. Al contrario, se è vera (?), codesta notizia è da inserire all’interno di un giornale, con un piccolo trafiletto, e non in prima pagina come farebbe un giornale di quartiere di un piccolo paese. Articoli del genere di solito fanno “sorridere”; ma creano anche paura nelle persone poco accorte; oltre a non essere notizie d’interesse nazionale.

(foto dicopertina dal Web)