EBOLI: IL CASTELLO, OPPORTUNITÀ E RISCHI. LA RIFLESSIONE DI GERARDO ROSANIA
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EBOLI: IL CASTELLO, OPPORTUNITÀ E RISCHI. LA RIFLESSIONE DI GERARDO ROSANIA

Il Ministero della Giustizia con una nota di questi giorni, ha convocato una conferenza di servizi , per il 15 gennaio, per discutere sul destino dell’ ICATT di Eboli e delle sorti del Castello Colonna, simbolo della nostra città.

 

All’ordine del giorno ci sarà la soppressione dell’Istituto a Custodia Attenuata , che da decenni è ospitato nel Castello di Eboli, in quanto la sua manutenzione ormai costa troppo, e per gli interventi di ristrutturazione di cui adesso necessita occorrerebbero, dice il Ministero, 25 milioni di euro.

Più conveniente chiudere l’Istituto e trasferire le 40 persone vi sono ospitate in altre strutture della regione Campania .

 

Salvo che il Comune di Eboli non metta a disposizione ” eventuale altro spazio da potere destinare a casa di reclusione a custodia attenuata…”.

 

L’obiettivo di riconsegnare alla città di Eboli il proprio castello viene da lontano.

 

Non a caso nel P.R.G. si ragiono’ sulla individuazione di una area dove realizzare una nuova struttura, rispondente ai moderni criteri di realizzazione di una casa di reclusione.

 

Quindici anni di vuoto di governo cittadino ha portato, su questo come su altri terreni , a accumulare ritardi abissali, con cui oggi occorre fare i conti , ed anche in tempi ristretti.

 

L’opportunità di riconsegnare il castello alla piena fruizione della città è una opportunità che non si può lasciare cadere.

 

Ma ci sono dei rischi che occorre tenere ben presente:

 

1) il rischio di perdere la presenza nella nostra città di un Istituto che , per le sue scelte strategiche nel discorso del reinserimento dei propri ospiti , è all’avanguardia in Italia, con un ulteriore duro colpo all’economia cittadina già duramente provata!

 

2) il rischio che il Comune si ritrovi una struttura di valenza storico/culturale/simbolica eccezionale senza avere i mezzi per intervenire per la sua ristrutturazione e senza avere un progetto di utilizzo .

Con il concreto rischio di un progressivo deperimento e vandalizzazione della struttura.

 

Del resto sono 9 anni che è caduta la torre saettiera, e oltre 2 anni che le mura hanno dato segni de cedimento nel lato che guarda verso i monti, e non una pietra si è mossa!

 

L’urgenza che ha oggi l’Amministrazione Comunale , quindi, è , da un lato , quella di individuare subito un alternativa logistica per consentire all’ICATT di restare nella nostra città, e dall’altro quello di mettere in campo un progetto di utilizzo del Castello che consenta di accedere , rapidissimamente, ai finanziamenti per la sua ristrutturazione , a partire, ovviamente , dai fondi PNRR ( il che significa 2026!) .

 

Si può fare?

Io penso di sì!

 

Per questo è necessario aprire , davvero, un ragionamento che coinvolga tutta la città,

Partendo, ovviamente, dal Consiglio Comunale , ma poi interpellando e ascoltando le rappresentanze sociali culturali e produttive ebolitane.

 

Le semplificazioni , mai come in questa circostanza non servono.

La partita è troppo grande!

Non basta abbinare la parola ” Turismo” alla parola ” Castello”. Credo lo abbia ottimamente spiegato in una sua riflessione , Donato Santimone.

Speriamo che quel messaggio sia colto , e che rapidamente ci si apra ad una vera discussione in tutta la città.

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