Olevano sul Tusciano: Il viale: “Lungo Tusciano”, riscoperto dagli olevanesi nel lockdown, divenuto discarica abusiva.
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Olevano sul Tusciano: Il viale: “Lungo Tusciano”, riscoperto dagli olevanesi nel lockdown, divenuto discarica abusiva.

di Vittorio Campagna

Olevano sul Tusciano. Osservare un “via–vai” di coppie, gruppi familiari, singole persone, tutti distanziati fra loro di centinaia di metri; un cammino alla “spicciolata” lungo un percorso di circa tre chilometri (dal laghetto al “ponte nuovo” di Monticelli), appellato oggi, i due tratti di strada: via “Monaco Bernardo” e “via Varcaturo”, è un bel vedere; specie se il paesaggio offre la veduta di un fiume, il Tusciano, che nel suo breve “tragitto olevanese” di circa 15 chilometri della sua intera lunghezza (42 Km), a tratti presenta spettacoli mozzafiato, specie nel periodo di piena. Nella disgrazia pandemica una gemma è sorta: “Viale Lungo Tusciano!” Come ho ribattezzato il percorso.

Il lockdown, se da una parte ha creato danni economici (lavoro), culturali (divieti di teatro e altro) e sociali (isolamento); dall’altra, ha fatto riscoprire la natura, prima sfuggente per i troppi impegni e non curata per l’attrazione di altri richiami. Gli olevanesi hanno potuto apprezzare in questo 2020 la bellezza del “Lungo Tusciano” per una salutare passeggiata, footing individuali nel verde e al piacevole sentire dello scroscio delle acque del fiume.

Ma! Purtroppo c’è un ma! La piacevolezza del luogo è deturpata da una discarica abusiva continua per vari punti del percorso. Spazzatura che si sussegue, specie la riva destra (avendo alle spalle la sorgente), in cumuli senza soluzione di continuità a danno dell’ambiente. All’inizio del “primo mandato”, il sindaco dott. Michele Volzone nel 2013 aderì alla Giornata Mondiale dell’Ambiente, istituita dall’O.N.U. per ricordare la Conferenza di Stoccolma sull’Ambiente Umano del 1972 nel corso della quale si definì il Programma Ambiente delle Nazioni Unite. In quella circostanza parteciparono, per una pulizia “radicale” delle sponde del fiume picentino da enorme quantità di rifiuti di ogni tipo, quasi tutte le associazioni locali, compreso, “Olevano dei diritti” nella persona del suo presidente, Vittorio Campagna. Purtroppo, quella giornata è rimasta sola simbolica; è pur vero che anche altre volte ci sono stati degli interventi, specie di disboscamento degli argini fluviali, ma non tali da creare un deterrente, da scoraggiare i soliti incivili, incapaci di rispettare non solo la natura, ma anche il proprio paese e se stessi.

Non posso non suggerire al nostro Primo cittadino tre iniziative per il nostro relativamente “nuovo itinerario di passeggio”, ormai frequentatissimo:

Primo: dopo aver fatto ripulire, appena possibile, il “Lungo fiume”, tenerlo regolarmente sotto controllo, anche con i “fruitori” del “reddito di cittadinanza”;

Secondo, creare un’illuminazione lungo il percorso, già in parte predisposto.

Terzo, creare un “chiosco-ristoro” perché il paesaggio possa essere goduto pienamente dagli amanti della natura, soffermandosi; attirando anche persone dei paesi vicini, poiché già la località oltre il ponte, grazie alla fontana de Santi Filippo e Giacomo, frequentatissima dagli ”habitué” di Battipaglia e d’intorno che si approvvigionano d’acqua.

Anche questi suggerimenti potrebbero favorire il turismo, che è inesistente in Olevano.