Abbiamo avuto l’opportunità di ascoltare storie di persone che si sono trovate improvvisamente senza un sussidio per loro fondamentale, quale era il Reddito di Cittadinanza. Storie vere, reali, di cittadini in carne e ossa, non numeri su un bilancio di esercizio o su un’indagine statistica. Persone che hanno reagito in tanti modi, fino a minacciare un gesto estremo.
Riteniamo assolutamente primario che 𝗹𝗮 𝗣𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗿𝗲𝗰𝘂𝗽𝗲𝗿𝗶 𝘀𝗲𝗿𝗶𝗲𝘁𝗮̀ 𝗲 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗴𝗿𝗶𝘁𝗮̀, soprattutto sui temi che incidono direttamente sulle condizioni di vita degli esseri umani: i servizi sociali, i flussi migratori, i diritti umani, la povertà educativa.
Non esistono soluzioni facili, non esistono bottoni rossi da schiacciare. Dietro slogan come “è finita la pacchia” o “finalmente andrete a lavorare” si cela una semplificazione perfetta per chi cerca di far leva sulla frustrazione e le paure delle persone. Il potere ha l’obiettivo di ottenere il consenso, e non si fa scrupoli se per farlo deve calpestare la dignità e i diritti di altri esseri umani.
Bisogna continuare a lavorare affinché 𝗶𝗹 𝗿𝘂𝗼𝗹𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝘀𝗲𝗿𝘃𝗶𝘇𝗶 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹𝗶 𝘀𝗶𝗮 𝗽𝗼𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗮𝘁𝗼 𝗲 𝗴𝗹𝗶 𝗼𝗽𝗲𝗿𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗺𝗲𝘀𝘀𝗶 𝗶𝗻 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝘀𝘃𝗼𝗹𝗴𝗲𝗿𝗲 𝗮𝗹 𝗺𝗲𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗶𝗹 𝗹𝗼𝗿𝗼 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗼. Centrale è la questione della stabilizzazione degli operatori: la precarietà è una condizione penalizzante per qualsiasi impiego, ma ancora di più lo è per coloro che devono essere di ausilio e supporto alle persone in difficoltà. C’è poi la questione della sicurezza: al pari degli operatori sanitari, gli assistenti sociali operano in contesti spesso molto difficili ed è necessario garantire che possano farlo nella maniera più sicura e adeguata.
Per dare sistematicità agli interventi sociali una possibile strada è la creazione di una 𝑪𝒆𝒏𝒕𝒓𝒂𝒍𝒆 𝑼𝒏𝒊𝒄𝒂 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑺𝒐𝒍𝒊𝒅𝒂𝒓𝒊𝒆𝒕𝒂̀, finanziata utilizzando i fondi del PNRR e il fondo nazionale di povertà. Si tratterebbe di un organismo, coordinato dai servizi sociali, che raggruppa Banco Alimentare, Banco Farmaceutici, Centro assistenza famiglie, trasporto sociale e tutte le altre forme di sostegno. L’obiettivo è migliorare l’efficacia e la capillarità degli interventi in campo sociale, ottimizzando risorse e comunicazione.
Auspichiamo che l’amministrazione continui con solerzia il lavoro cominciato con la costituzione, seppur tra tante difficoltà e ritardi, dell’Azienda Speciale Sele Inclusione. Completato il contenitore, è necessario adesso riempirlo di contenuti. E questo deve voler dire prima di tutto dare valore al capitale umano rappresentato dagli operatori e tecnici dei servizi sociali.
Come 𝐄𝐛𝐨𝐥𝐢 𝐑𝐞𝐬𝐩𝐨𝐧𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐞 cercheremo di essere da stimolo e da supporto, favorendo un dialogo sano e consapevole tra i cittadini e attraverso iniziative e dibattiti sul tema.
𝗩𝘂𝗼𝗶 𝗱𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗺𝗮𝗻𝗼 𝗼 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲𝗰𝗶𝗽𝗮𝗿𝗲? 𝗖𝗼𝗻𝘁𝗮𝘁𝘁𝗮𝗰𝗶!
𝘦𝘣𝘰𝘭𝘪𝘳𝘦𝘴𝘱𝘰𝘯𝘴𝘢𝘣𝘪𝘭𝘦@𝘨𝘮𝘢𝘪𝘭.𝘤𝘰𝘮
